BARI – Il rimpasto di governo scuote l’aula del parlamentino pugliese. Tutto liscio? Non esattamente, tant’è che i lavori finiscono con un nulla di fatto. A lanciare un chiaro messaggio al governatore i dalemiani di Articolo 1, esclusi dal ritocco nonostante le richieste avanzate.
E la risposta è lo sgambetto alla maggioranza. Per ben due volte, infatti, i lavori dell’Aula si sono fermati per mancanza di numero legale. Il provvedimento in corso di approvazione, e che resta nel cassetto sino al 31 luglio prossimo, giorno della nuova convocazione, è il nuovo assetto del Comitato per la valutazione di impatto ambientale. Niente di che dal punto di vista politico, il problema, infatti, è un altro. E non è nemmeno troppo nascosto giacché poco prima dell’eclissi dell’aula, MdP ha diramato un comunicato di fuoco, in cui, di fatto, rimprovera al presidente il non aver tenuto conto dei consigli, programmatici e politici, forniti.
Tant’è. La seduta finisce con una nuova fumata nera e le opposizioni danzano. Immediate si sono levate le voci degli avversari: per i forzisti e i fittiani “la maggioranza non c’è più“, per i pentastellati la crisi “blocca l’azione di governo offendendo i pugliesi”.
Proteste dentro e fuori l’aula. In via Capruzzi, infatti, sit-in dei grillini per dire no ai gasdotti del Salento. Non solo a quello della Tap, ma anche quello della Eagle che potrebbe approdare a Brindisi. “Il ministro dell’Ambiente – ha spiegato la senatrice Daniela Donno – ha definito la costruzione dei gasdotti come meri tubicini. Le cose non stanno proprio così. Per quanto di nostra competenza – ha aggiunto – sia in sede legale, sia in sede amministrativa, faremo in modo di impedire questa costruzione e di realizzare questo scempio”.