Ambiente

Traffico di rifiuti, cemento selvaggio ed ecotassa: la Puglia è seconda per gli illeciti

BARI – Rifiuti tombati, esportati, abbandonati. E’ questo, anche nel 2016, il tallone d’Achille che spinge la Puglia a conquistare il poco lusinghiero secondo posto italiano per illeciti. L’11,3% delle 5722 infrazioni accertate in tutta Italia, è qui. Un dato che, per Legambiente  – che ha fatto il punto nell’annuale report Ecomafie – è da leggere in chiave positiva perché vuol dire che le forze dell’ordine e la magistratura hanno controllato, accertato, sanzionato.
E c’è di tutto: dall’ecotassa evasa, ai monitoraggi con elicottero della discarica di Burgesi, i cui esiti sono in fase di studio dalla Procura di Lecce, al traffico illegale di rifiuti che da Taranto arrivava in Cina. “Solo nel 2016 – colonnello Antonello Maggiore, comandante del R.O.A.N della Guardia di Finanza di Puglia – abbiamo constatato quasi 10 milioni di euro di ecotassa non corrisposta”. “Siamo arrivati anche nel territorio cinese – spiega il comandante provinciale dell Finanza di Bari, Nicola Altiero riferendosi al traffico scoperto nel porto di Taranto – abbiamo accertato dalle documentazioni doganali, che le aziende che erano destinatarie di rifiuti, non erano in grado di farlo, ma erano aziende che avrebbero utilizzato quei rifiuti per recupero energetico, quindi per combustione con conseguente emissione di gas nocivi. In alcuni casi non erano nemmeno aziende, ma appartamenti di privati”.

Ma c’è anche tanto cemento, quello che imperversa sulle nostre coste, quello degli ecomostri difficili da abbattere. “l traffico di rifiuti – conclude Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – continuano ad aumentare, dalle operazioni delle Forze dell’ordine emerge che la Puglia rimane, per posizione geografica, la base logistica dei traffici transfrontalieri, è la porta di ingresso e di uscita. Ma anche l’abusivismo edilizio continua ad imperversare lungo le coste, ma a livello regionale gli abbattimenti sono pochi e sporadici – conclude – e quasi sempre ad opera delle Procure”.

 

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