PARABITA-Carcere a vita per Biagio Toma, 49enne di Parabita, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della piccola Angelica Pirtoli, avvenuto il 20 marzo del 1991 a poche ore da quello della madre Paola Rizzello, condannata a morte dalla mafia, perché parlava troppo e perché faceva troppe domande. Un duplice omicidio commesso per agevolare l’organizzazione mafiosa capeggiata da Giannelli, tanto efferato da superare qualsiasi barriera di spessore criminale, aveva commentato il Pm Elsa Valeria Mignone che aveva chiesto il carcere a vita, confermato in corte d’Assise dal giudice Roberto Tanisi.
Ergastolo per l’imputato che, difeso dall’avvocato Walter Zappatore, si è sempre professato innocente negando di essere stato in quel casolare quel giorno insieme all’amico Luigi de Matteis, diventato poi il suo grande accusatore. L’uomo che, addebitandosi l’omicidio della Rizzello a colpi di fucile, aveva così scaricato la parte più sporca, l’omicidio della piccola, presa per i piedi e sbattuta contro il muro, proprio su Toma. L’ordine era stato preciso: ucciderla perché lasciandola in vita tutti avrebbero saputo della morte della madre che invece doveva sparire. Una confessione per liberarsi la coscienza alla quale si è sempre opposto il legale: aveva calcolato tutto e non è attendibile.
Ora il cerchio si chiude dopo 26 anni. Il cadavere di Paola è stato trovato 6 anni più tardi in una campagna di Parabita. Il 4 maggio del 1999 De Matteis fece recuperare anche il corpo della piccola, chiuso in un sacco sulla collina di S.Eleuterio, sempre a Parabita. Nel 2001 furono condannati all’ergastolo come mandanti il boss Luigi Giannelli e la moglie Anna De Matteis, detta Morte per la sua crudeltà, insieme a Donato Mercuri. Furono loro ad ordinare l’esecuzione della donna. Poi la confessione a sorpresa di Luigi De Matteis che gli inquirenti hanno ritenuto attendibile perché riscontrata nei suoi particolari. Aspetto di leggere le motivazioni, ha commentato il legale difensore che aveva chiesto l’assoluzione piena.
