LECCE- La pagina Fb che lo ricorda, nel secondo anniversario dalla morte è piena di dolore . Gli amici sono ancora increduli, e il grido disperato di mamma Rita non accenna a placarsi. La morte di Ivan Ciullo, il dj di Radio Salentuosi avvenuta esattamente due anni fa, il 21 giugno del 2015, è ancora avvolta nel mistero. Le indagini sono state eseguite frettolosamente, secondo la famiglia, e il caso è stato archiviato subito come suicidio. Ma ci sono tante cose che non tornano, prima tra tutte il fatto che, secondo i suoi genitori e gli amici, Ivan , che aveva 31 anni fosse un ragazzo felice e pieno di progetti.
E se questo non bastasse, perché l’animo umano può nascondere segreti impenetrabili, ci sono i dati oggettivi: quel corpo ritrovato nelle campagne tra Ruffano e Acquarica del Capo attaccato ad un ramo troppo basso, quello sgabello con le gambe che non affondano nella terra, messo davanti al corpo come se nessuno ci fosse salito sopra. E poi quella lettera d’addio lasciata ai genitori, scritta al computer e con i nomi sulla busta in una grafia che la mamma non riconosce.
È stato grazie alla testardaggine di Rita e Sergio e dei legali Paola Scialpi e Giancarlo Raco se il caso non è stato ancora archiviato. Il 28 febbraio scorso il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’istanza degli avvocati ed ha disposto altri 3 mesi di indagini respingendo la richiesta di archiviazione del pm Carmen Ruggiero, decisa a mettere la parola fine sulla vicenda. E se Ivan non si fosse suicidato? Se si trattasse di una messinscena? O se qualcuno lo avesse spinto a farlo? Cosa c’è dietro questa storia dai contorni nebulosi? Tre mesi che sono ormai trascorsi abbondantemente, ma sulla vicenda regna ancora il silenzio.