LECCE- La seconda, lunghissima, settimana di proteste contro la costruzione del gasdotto si chiude con un pomeriggio colmo di dissenso: sul lungomare di San Foca, dopo pranzo, la manifestazione del M5s, alla presenza del deputato Alessandro Di Battista; a partire dalle 19.30, poi, l’assemblea pubblica No Tap in Piazza Sant’Oronzo, a Lecce, con sindaci e cittadini arrivati da ogni parte del Salento.
L’appello della senatrice Barbara Lezzi a non lasciare soli gli attivisti viene rilanciato anche da Di Battista: “E’ giusto scendere in piazza e protestare – ha detto – non è un atto eversivo. Non dovrete sbagliare niente, non dite nemmeno le parolacce, si attaccheranno a tutto. Mettetevi una cravatta se necessario – ha continuato – ma non credete mai che mettersi davanti ad un camion per evitare un atto scellerato sia un atto eversivo”. Poi, l’attacco politico, rivolto al Pd in generale e al governatore pugliese Michele Emiliano in particolare.
In centinaia da tutta la provincia sono giunti poi a Lecce nel tardo pomeriggio; qualcuno si è organizzato anche con dei pullman. Hanno popolato il cuore della città , per ribadire il no al gasdotto. Lo hanno fatto con musiche, interventi, striscioni, distribuendo volantini.
Gli occhi sono puntati su lunedì, su cosa accadrà dopo lo stop imposto sabato dal blocco stradale, che ha fermato i camion della multinazionale del gas impedendole di ultimare i lavori. A San Basilio, mancano solo poco più che una decina di alberi da espiantare. Ma gli attivisti si mettono di traverso perché non sono gli ulivi, che saranno poi ripiantati, il vero nodo della questione: è l’opera nel suo complesso e il come sia stata portata avanti ignorando il no della popolazione locale. Anche questo è stato ribadito in serata, in una piazza Sant’Oronzo che ha reso ancora più centrale una protesta che non è più periferica.