Cronaca

Cantiere Tap, 24 ore di tregua ma il presidio continua

MELENDUGNO- Nel cantiere entrano i camion ma non le gru. L’espianto degli ulivi si ferma, almeno per 24 ore. Una tregua con Tap dopo un frenetico lavoro di trattative telefoniche cominciato all’alba. Il sindaco di Melendugno Marco Potì in prima linea per difendere le ragioni di un intero territorio e di tanti cittadini che il cantiere Tap non lo vogliono.

Una tregua che gli attivisti del movimento No tap digeriscono a fatica. L’ingresso dei camion è stato contrastato e gli animi si sono surriscaldati. Le forze dell’ordine, in tenuta antiosommossa, hanno tentato di bloccare la protesta e ci sono stati alcuni scontri. Incertezza e pareri discordanti tra Ministero, Regione e Comune. 

Una situazione che avrebbe dovuto bloccare il cantiere e attendere almeno delle risposte certe un iter autorizzativo non ancora chiaro, sulla possibilità che il progetto della essere sottoposto ad una nuova procedura di Via considerato che il progetto del microtunnel è stato modificato. E invece i camion sono partiti e lunedì mattina 32 ulivi, sui 211 previsti, sono stati espiantati. Gli attivisti, con il loro presidio, sono riusciti, per ora a salvare gli altri. La giornata di martedì è cominciata prestissimo. Le stradine di campagna che circondano il cantiere sono ancora presidiate dalle forze dell’ordine.

Camionette e pattuglie a garantire l’ordine pubblico e attesa per le decisioni che ora spettano alla politica, ma l’intenzione è naturalmente quella di non mollare. Sul posto anche tanti sindaci che hanno risposto alla chiamata di marco poti, che aveva detto: basta parole, ora l’opposizione si fa sul campo, ma anche tanta gente comune che vuole difendere il suo territorio.

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