CronacaPolitica

Gasdotto, Tap inizia a espiantare gli ulivi. Alt della Regione: “Non consentito”

BARI- La partita relativa al gasdotto Tap passa ancora una volta dagli ulivi: la multinazionale ha annunciato l’inizio in mattinata dei lavori di spostamento di 211 alberi non monumentali e la distruzione di quattro alberi risultati positivi alla presenza del batterio Xylella. Arriva però l’alt della Regione, che tramite il Dipartimento Ambiente mette per iscritto che ci sono nodi che “non consentirebbero l’inizio dei lavori di espianto”. E rincara la dose con il governatore Michele Emiliano: “continuiamo, nel rispetto della legge, a compiere qualunque atto necessario per salvaguardare un tratto di costa tra i più belli d’Italia”. Emiliano se la prende anche con il governo, “che – dice – continua ad espropriare il territorio della sacrosanta possibilità di concorrere a determinare le scelte che lo riguardano”.

Tap non ci sta, perché ritiene che l’atto sulla base del quale ha dato avvio alle procedure sul campo sia “pienamente in vigore”, non essendo ad oggi stato revocato in autotutela dalla Regione. Il riferimento è all’atto dirigenziale del Servizio Provinciale Agricoltura, a firma del dirigente Silvio Schito, che dà l’ok allo spostamento nell’area in cui è necessario iniziare a scavare.

Per la Regione non basta e così si allinea all’idea del Comune di Melendugno che invoca l’intervento del prefetto Claudio Palomba “Per ripristinare la legalità”.

Bari afferma che ha, “per l’ennesima volta, richiesto un intervento chiarificatore del Ministero dell’Ambiente in ordine all’ottemperanza alla prescrizione A.44 del Decreto VIA ministeriale (relativo appunto agli alberi di ulivo da spostare)”.

Per la Regione, infatti, questa premessa non è conclusa, anche perché solo il 16 gennaio scorso Tap ha presentato un nuovo progetto sulla parte finale del microtunnel. E questo, a suo avviso, la mette in un imbuto: l’espianto degli ulivi è possibile per consentire opere per cui tutte le prescrizioni siano state adempiute.

Per la multinazionale, invece, il progetto riguarda solo il “punto di approdo” del gasdotto, lo sbocco a mare, e non la campagna olivetata. “Ad oggi – dicono però ancora da Bari – non c’è alcuna evidenza del metanodotto che dovrà connettere l’opera al nodo Snam di Mesagne”.

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