Cronaca

Pizzo sulle cozze, scatta la retata: sei arresti e decine di perquisizioni

TARANTO- Estorsione ai danni di mitilicoltori e di alcuni titolari di pescherie tarantine. Torna in carcere Massimo Ranieri, 42enne, alias “Gorilla”, già noto. Arresti domiciliari invece per altre 5 persone. Il blitz è scattato all’alba, da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto e dei militari della Capitaneria di Porto–Guardia Costiera.

L’attivitá investigativa puó considerarsi la prosecuzione dell’operazione “Piovra” conclusa il 27 aprile 2016, che portò all’arresto di 13 persone, accusate di vessare gli operatori di categoria, tra cui i fratelli Damiano, Giovanni e Massimo Ranieri. Lo scenario é però mutato dal 27 luglio scorso. Ottenuta la scarcerazione per decorrenza dei termini, Ranieri avrebbe estromesso di fatto il nipote Cosimo dal giro delle estorsioni e costituito un’autonoma associazione per delinquere, composta dalla moglie 42enne e dai due figli gemelli di 19 anni, ed allargata al collaboratore Rodolfo Fiorino, 31enne, unico componente esterno del sodalizio. Come emerso dalle indagini, Ranieri coordinava le attivitá estorsive, indicando i nomi delle vittime e dirigendo i propri sodali a riscuotere il denaro con cadenze settimanale. La moglie, Elisa Scrima, fungeva da raccordo, fornendo le necessarie istruzioni al telefono al collaboratore Fiorino e ai figli Cosimo e Simone. La donna inoltre, assolveva alle mansioni di “tesoriera” degli illeciti proventi del gruppo. Se richiesto, Massimo Ranieri, interveniva qualora qualcuno non fosse intenzionato a pagare.

Il tutto è stato ricostruito dai militari mediante intercettazioni, servizi di osservazione video-fotografica eseguiti da terra ed a bordo di natanti, che hanno consentito anche di immortalare i  momenti in cui, secondo un consolidato “modus operandi” venivano passate le indebite somme compendio di reato.

Alla luce di ciò, RANIERI è stato associato in carcere,  mentre gli altri 5 sono stati collocati in regime di arresti domiciliari. Tutti sono accusati di estorsione ai danni di titolari di impianti di mitilicoltura situati nel Mar Piccolo e titolari di pescherie tarantine, e furto aggravato di prodotti ittici.

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