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Cortocircuito nel compostaggio, il Commissario: “Programmazione regionale, autorizzazioni provinciali”

BARI- Si centralizza la pianificazione a livello regionale ma si lascia la partita delle autorizzazioni a livello provinciale. È il cortocircuito degli impianti di compostaggio: due quelli previsti nel piano rifiuti della Regione Puglia, a Tricase e Cavallino, ma “non possiamo impedire la nascita di altri privati ed è questo il paradosso”, spiega Gianfranco Grandaliano, commissario straordinario per i rifiuti. Lui ha chiesto alla Regione di riprendersi la competenza per il rilascio delle autorizzazioni e il Dipartimento Ecologia sta valutando. A fronte di una strategia complessiva regionale, infatti, si rischia la nascita di ulteriori impianti che, essendo soggetti alle regole di mercato e di taglia più grande, possono proporre tariffe diverse, attirare rifiuti da altre province e svuotare di senso quelli già programmati. “E’ quello che è già accaduto a Erchie e potrebbe ancora accadere”, ribadisce Grandaliano. Il riferimento è anche all’impianto presentato da MetApulia nella zona industriale Lecce-Surbo. Da solo potrebbe assorbire la metà del fabbisogno provinciale di trattamento della Forsu, la frazione organica dei rifiuti. Le 50mila tonnellate annue (sulle 100mila prodotte annualmente dal territorio) di umido da trattare, a cui si aggiungono sfalci di verde pubblico (13.000/ton) e fanghi biologici (15.000/ton), iniziano, però, a spaventare chi nei dintorni della zona industriale Lecce-Surbo ci vive.

Il Comune surbino fa le pulci al progetto: “abbiamo già rilevato criticità sotto il profilo urbanistico – dice il sindaco Fabio Vincenti – e le altre verranno rese note in Consiglio comunale”. La seduta monotematica aperta è prevista per la serata di venerdì. È un primo incontro, “poi seguirà la fase delle valutazioni più tecniche in vista della convocazione della conferenza dei servizi”, ribadisce Vincenti.

Inoltre, ci sono gli impatti odorigeni: le simulazioni, svolte da uno spin-off dell’Università di Bari per conto della società, provano che l’esposizione olfattiva, anche nella stessa zona industriale, è conforme ai criteri di accettabilità indicati nelle linee guida emanate dalla Regione Lombardia. Lo stesso studio, tuttavia, sottolinea che quel “criterio di accettabilità è superato in prima mattina e nelle ore pomeridiane” ma solo per un ricettore posizionato a circa 300 metri dall’impianto.

MetApulia sa di star facendo un passo nel deserto e che proprio questa è la sua forza: “Il territorio è privo di alternative allo smaltimento dei rifiuti in discarica. Crediamo che questa situazione non sia più accettabile”, dice il manager Piero Seracca Guerrieri.

Ad oggi, si diceva, c’è il nulla. Non solo, si rischia di perdere anche i finanziamenti europei di 9 milioni di euro per la trasformazione parziale del biostabilizzatore di Cavallino in impianto di compostaggio e di altri 5 a Tricase: quei fondi hanno scadenza 30 giugno 2018 e per evitarne la revoca gli impianti vanno realizzati e collaudati entro il 31 dicembre del prossimo anno.

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