Cronaca

Inquinamento: pozzi ai raggi X, la Asl convoca tutti i sindaci

LECCE- Passerà ai raggi X le acque di falda del Leccese, per capire se sono contaminate e da cosa, se interramenti illegali di rifiuti o la vicinanza alle discariche mai bonificate le abbiano compromesse e se l’uso spregiudicato di pesticidi in agricoltura abbia avuto conseguenze. Il progetto “Minore”, voluto dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, inizia a camminare. Giovedì sarà presentato ufficialmente il protocollo d’indagine ai sindaci invitati in massa ad aderire tramite un apposito invito recapitato nei giorni scorsi.
È una risposta, anche, alle preoccupazioni che si sono sollevate in molti comuni, dal bacino Diso-Spongano-Andrano a quello di Ugento-Presicce-Acquarica del Capo, i cui amministratori nello stesso giorno saranno anche convocati a Bari dal presidente della Regione Emiliano per la vicenda Burgesi.

Lo aveva annunciato la Asl: pronta a monitorare le acque sotterranee. Detto, fatto. Il punto di partenza è un grande vuoto: un vuoto di dati e di conoscenze preoccupante, soprattutto a fronte delle oltre mille richieste di autorizzazione che ogni anno piovono su Provincia e genio civile per l’apertura di nuovi pozzi, con un consumo stimato di quattro metri cubi al secondo, spesso usati impropriamente anche per uso umano. Di tutta quest’acqua che si preleva dal sottosuolo e si utilizza nei modi più diversi si sa molto poco: Ispra, nel suo rapporto 2016, ha rimarcato l’indisponibilità di informazioni da parte della Regione Puglia e in particolare che “i dati disponibili non sono rappresentativi dell’impatto di pesticidi nella Regione e il risultato non consente di esprimere un giudizio adeguato sullo stato di qualità delle acque”. Inoltre, neanche il progetto Maggiore di Arpa Puglia del 2015 è riuscito a dire di più: sui 534 punti previsti, ne sono stati campionati appena 134 e di questi solo 28 punti ricadono nel Leccese.

Insomma – e lo rimarca lo stesso Dipartimento di Prevenzione – “c’è un vuoto conoscitivo di particolare rilevanza per il Salento, che attinge la quasi totalità della propria acqua potabile dalla falda profonda autoctona, nel contesto di un territorio caratterizzato da una geomorfologia di tipo carsico, favorente infiltrazioni dalla superficie verso la falda”. È un qualcosa che ha molto, moltissimo, a che fare anche con l’altissima incidenza di tumori in questa terra, specialmente con quelli dell’utero e della vescica. È soprattutto per questo che si avvia, ora, il monitoraggio sistematico delle acque sotterranee.

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