Cronaca

“Detenuti senza diritti”: la malagiustizia all’estero

LECCE- Detenuti italiani all’estero ma vittime di malagiustizia. Di questo si parla nel libro di Katia Anedda, “Prigionieri dimenticati”, in cui emerge una lettura critica nei confronti dello Stato Italiano che sembra disattendere ai suoi compiti, non tutelando i diritti dei suoi detenuti all’estero.

Troppo spesso, infatti, quando i nostri connazionali incappano nella macchina giudiziaria di altri Stati, vengono privati dei diritti fondamentali degli esseri umani. Ne è prova il caso di Simone Renda, il bancario leccese morto in Messico nel marzo 2007 per non essere stato assistito a livello medico quando fu trattenuto in prigione. Il 15 dicembre sarà pronunciata la sentenza per gli otto imputati, i quali rispondono anche della violazione  della Convenzione Onu.

Secondo il giornalista Francesco Buja lo Stato italiano dovrebbe dare più informazioni alle famiglie, qualificare meglio il personale, evitare quel fenomeni di chiusura del consolato e di togliere risorse alle ambasciate. Ma in particolare dovrebbe far rispettare la giustizia italiana all’estero e la Convenzione di Strasburgo.. Inoltre altro ruolo importante dovrebbe essere giocato dal lavoro del giornalista..

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