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Renzi a Bari per il sì al referendum. Con Emiliano tregua ma a distanza

BARI-La tregua è stata sancita ma si celebra a dovuta distanza. Il premier Matteo Renzi torna a Bari per rimarcare il SI al referendum ma il governatore di Puglia si tiene lontano perché convinto a votare No. Una distanza, però, rimarca Emiliano a poche dall’arrivo del premier, tecnica e non politica.

Renzi, intanto, apre a Bari la convention ricordando quanto fatto nei 1000 giorni di governo. Poi entra dritto nel merito della questione,: in Puglia su 49 consiglieri, 41 voteranno no perché si intaccherà anche il loro compenso. Poi mostra una foto di Dalema, Brunetta, Dini, Monti: “Guardateli – ha detto – sono loro che stanno cercando di prendersi di nuovo il potere dopo che per 20 anni non sono riusciti a fare ciò che avevano promesso. Non è più un referendum nel merito per questi, vogliono semplicemente tornare al potere”.

Ce ne ha per tutti. Salvini? Odia l’Europa ma sino al 27 del mese, quando da Bruxelles gli staccano lo stipendio. Grillo? Ho chiesto di incontrarlo ma forse non ha aperto la mail che gli ha inviato Di Maio.E spiega perché è arrivato il suo momento alla presidenza del Consiglio: “Io penso che mi abbiano chiamato perché erano all’ultima spiaggia, non penso mi abbiano chiamato perché ero bravo, l’Italia era impantanata”.

Ma, aggiunge ricordando che i sondaggi danno il NO in vantaggio: “Quando si tratterà di andarsene, uno si inchina alla bandiera, se ne va e dice grazie, non mette il broncio, dice grazie. Ma quando tu stai in carica, non sei come gli altri, quelli dei vitalizi che pensano a stare aggrappati alla poltrona, se stai in carica stai in carica perché vuoi cambiare le cose”.

Siamo pieni di difetti dice. Abbiamo fatto la riforma della scuola e abbiamo fatto il capolavoro di fare arrabbiare tutti. Poi ha incontrato i docenti dei nastrini rossi, trasferiti al Nord proprio dalla riforma. Manderemo a casa degli italiani una lettera per spiegare nel dettaglio la riforma, annuncia, chiarendo che querelerà chiunque sosterrà che sono state pagate con soldi pubblici. E soprattutto manderà il facsimile della scheda elettorale.

“Non c’è scritto si o no, c’è scritto si o mai. Perché se non si fa la riforma stavolta non è che si fa dopo eh. Con tutti i nostri limiti e i nostri difetti, siamo un gruppo di ragazzi che stanno provando a cambiare le cose. Dall’altra parte ci sono quelli che hanno super pensioni, super vitalizi e che ci fanno la morale sulle riforme che loro non hanno fatto per decenni”. Poi, la conclusione: “Se riusciamo a slegare la questione del governo da quella della riforma ed entreremo nel merito dell riforma, voce per voce, saranno 15 giorni esaltanti. L’augurio che vi faccio – ha concluso – è proprio questo, di vivere 15 giorni di buona politica”.

 

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