Cronaca

Area marina protetta, riparte l’iter per l’istituzione. Cariddi: “Avanti tutti o faremo da soli”

OTRANTO-  Non più solo a Porto Cesareo, ma anche sul versante opposto la provincia di Lecce potrebbe avere in poco tempo un’area marina protetta: si rimette in moto l’iter per l’istituzione di quella che da almeno dodici anni si punta ad avere nelle acque di Otranto e di fronte al parco costiero terrestre che si estende fino a Leuca.
Il prossimo 3 novembre, nella città dei Martiri arriveranno i tecnici Ispra per confrontarsi con i sindaci della zona, convocati dal padrone di casa Luciano Cariddi.  Questa, infatti, pare essere la volta buona: dopo lo stallo, dovuto alla mancanza di fondi ministeriali, nell’istituzione di quella che inizialmente era definita “Area marina protetta Penisola salentina e Grotta Romanelli-Zinzulusa”, adesso il Comune di Otranto è riuscito a incunearsi in una procedura in fase di valutazione presso il Ministero dell’Ambiente e che dovrebbe trovare copertura finanziaria nella nuova legge di stabilità. Assieme alla Sardegna, quella salentina è una delle due aree in corso di esame. In commissione paesaggio, tra l’altro, è già stata votata la proposta di emendamento che fissa la nuova denominazione in “Capo d’Otranto e Grotta Romanelli-Zinzulusa”.

Quello del 3 novembre è un passo necessario per sondare le disponibilità degli altri Comuni. Non tutti i sindaci, come già avvenuto in passato, potrebbero sentirsi pronti, nonostante la presenza a terra del Parco Otranto-Leuca. Però, si va. Perché, appunto, non ci sarebbe necessità di avere un’unica fascia marina senza soluzione di continuità, potendo procedere anche con frazionamenti o comunque con differenti perimetrazioni, dagli ambiti con vincoli più pregnanti a quelli più permissivi. Una scelta che dipenderà dalla valenza ambientale delle aree ma anche dalla responsabilità politica dei territori.

“Se gli altri Comuni non se la sentiranno, andremo avanti da soli”, ribadisce Cariddi. Ma è la chance che proprio quella fascia costiera ha provato a rivendicare, l’ultima volta due anni fa, dinanzi all’incubo di piattaforme petrolifere al largo di Leuca.

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