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Lecce, 3mila famiglie in odore di sfratto. Don Attilio: “non so più come fare”

LECCE- Prima un appello umanitario dopo aver ricevuto un ordine di sfratto immediato da quell’alloggio di ArcaSud in Via Don Giacomo Alberione occupato abusivamente da 3 anni e mezzo. “Venerdì dovete liberarlo– gli avevano detto- poi la disperazione ai nostri microfoni e la concessione di altri 4 giorni di tempo”. Oggi il momento di fare le valigie è arrivato. E’ lunedì mattina, sono le 9,00: le stanze sono vuote, la desolazione regna sovrana. La situazione è la stessa di qualche giorno fa, ma questa volta i toni cambiano:

Le case ci sono– afferma Daniela- ma le occupano abusivamente e nessuno li manda via. Se le cose restano così come si può sperare in uno scalo in graduatoria?”

La donna racconta una dinamica che proprio non le va giù e che consiste in un meccanismo che definisce “il passaggio di generazione in generazione”.

Qui funziona così– racconta- una famiglia ottiene una casa parcheggio in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare. poi una volta ottenuto, i figli maggiorenni si trattengono nella casa parcheggio a loro volta in attesa del proprio turno. Al momento della consegna delle chiavi nessuno può dir nulla: si tratta della stessa famiglia e la residenza compare a loro nome!”.

Maurizio questo fine settimana spiega di aver fatto un giro per appurare con i suoi stessi occhi la situazione illustrata dall’Assessore Monosi intervenuto in risposta al loro primo appello:

La realtà smentisce le parole– continua la donna- noi vogliamo chiarezza. Vogliamo capire perché alcuni casi meritano un trattamento straordinario e una tolleranza maggiore, ed altri devono aspettare in silenzio che sia il loro turno”.

Da Lunedì pomeriggio il tetto che momentaneamente li ospiterà è quello della mamma di Daniela. Il clima è teso e irrespirabile: l’assenza di finestre non giova! La signora, 68 anni, percepisce una pensione minima. Ad aiutarli nel quotidiano è Don Attilio Mesagne che i beni di prima necessità li fornisce volentieri quando è possibile. Ma anche per lui non è facile:

Bisogna avere un grande cuore davanti a queste situazioni, tutti dovrebbero dimostrarsi sensibili. Ma a volte l’umanità non basta. Non so da dove iniziare prima. 3Mila famiglie leccesi in odore di sfratto non sono gestibili come emergenza! Faccio quello che posso ma se ognuno facesse il suo le cose non andrebbero così“.

Intanto Maurizio e Daniela aspettano una risposta ai loro interrogativi:

Noi non ci arrendiamo -dicono- non abbiamo niente da perdere”.

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