LECCE- Spiagge e relax, binomio perfetto. Ma è sempre così? Se sul tratto di arenile libero le regole sono dettate dal vivere civile, nei lidi privati la situazione è un po’ diversa. Diritti e doveri dei bagnanti sono codificati e la lista di ciò che si può e non si può fare la fornisce l’Aduc, l’ Associazione per i diritti degli utenti e consumatori che con l’arrivo delle giornate da bollino rosso, stilano il vademecum. Cose da sapere per evitare litigi o brutte sorprese.
In primis bisogna ricordare che le spiagge sono demaniali, di proprietà dello Stato, cioè nostre, di tutti. Vengono date in concessione a gestori, che possono chiedere un biglietto di ingresso per poter usufruire di alcuni servizi: le docce, i bagni, gli spogliatoi, il servizio di salvataggio e la pulizia dell’arenile.
L’affitto di sdraio, ombrelloni e cabine in genere e’ aggiunto al biglietto di ingresso, ma non e’ obbligatorio affittarle, perchè una volta pagato l’ingresso ci si può sdraiare sul proprio asciugamano.
Si può accedere alla spiaggia di uno stabilimento balneare, per raggiungere il mare, senza pagare il biglietto di ingresso, ma non si può sostare nè sulla spiaggia in concessione ne’ sulla battigia, spazio che deve essere costantemente libero da persone o cose.
Non è consentito l’accesso e la sosta agli animali, se non dove espressamente previsto, quindi nei lidi attrezzati anche per gli amici a 4 zampe. E poi: E’ vietato giocare a pallone, a racchette o altri giochi che possano arrecare disturbo agli altri bagnati, a meno che non ci siano aree allestite allo scopo. La vigilanza nei lidi privati è ferrea. Il problema è nelle spiagge libere, dove le regole dovrebbero essere dettate dal buon senso e dalla buona educazione.
