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Lo Zeus rimarrà a Taranto. D’Andria: “Il Martà promuova gli altri musei del salento”

TARANTO-   Inaugurazione ufficiale alla presenza del presidente Renzi e del Ministro dei Beni culturali Franceschini del Martà, il museo archeologico nazionale di Taranto. Allestimento completo e migliaia di opere dall’alto valore storico. Tra queste la statuetta di quello che è conosciuto come lo Zeus della discordia. Il capolavoro dell’arte arcaica, datato 530 avanti Cristo raffigurante il dio Zeus da diverso tempo al centro di un dibattito nel mondo culturale pugliese, rivendicato dalla provincia di Lecce e in particolare dal polo museale di Ugento, perché è qui che la statuetta fu rinvenuta casualmente nel 1961. Lo Zeus, dopo un lungo restauro che lo ha occultato per anni, è ora a Taranto, al Marta, e lì rimarrà.

Una battaglia persa per farlo tornare a casa? Secondo il prof D’Andria, docente di archeologia dell’Università del Salento, probabilmente no. Il Martà, con i suoi capolavori è il luogo adatto per custodirlo, purché il contenitore tarantino diventi il fulcro di un sistema museale diffuso, promotore anche di una circolazione delle opere. Il Martà come punto di raccordo quindi per un itinerario che arrivi a toccare realtà non meno in portanti del salento: partendo da Oria,passando per Ugento per poi arrivare a Castro, dove il museo, nuovo di zecca racchiude opere non meno importanti come la famosa statua della Minerva, la cui scoperta ha reso più che reale l’ipotesi che Enea sia sbarcato qui.

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