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Xylella, Ue annuncia nuova messa in mora per l’Italia. Martina: “Regione faccia di più”

LECCE- Tutto sembra già scritto: venerdì la Commissione europea dovrebbe lanciare una nuova messa in mora contro l’Italia per non aver dato esecuzione alle prescrizioni Ue per l’eradicazione, il contenimento e il monitoraggio della Xylella fastidiosa, il batterio considerato responsabile della sindrome da disseccamento degli ulivi in Puglia.
La nuova messa in mora è il primo stadio della procedura d’infrazione comunitaria e dovrebbe aggiornare e sostituire quella già comunicata mesi fa.  Ad informare il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina è stato il commissario Ue responsabile per la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, nell’incontro tenutosi a Bruxelles nelle scorse ore.

“E’ estremamente importante che l’Italia applichi in pieno la decisione europea e fermi l’espansione della xylella – ha detto – e a meno che non sia intrapresa un’azione immediata contro il batterio, la Commissione Ue non avrà altra scelta che lanciare una procedura d’infrazione”.

Nella nuova messa in mora, tuttavia, qualcosa dovrebbe cambiare: non dovrebbe esserci più la richiesta dell’Ue di abbattere tutte le “piante ospiti” del batterio in un raggio di 100 metri attorno agli ulivi attaccati dalla Xylella, nella fascia a cavallo tra le province di Lecce e Brindisi. Quest’obbligo si applicherebbe così solo ai focolai puntiformi esterni alla stessa zona infetta. Questo, almeno, dicono le indiscrezioni trapelate dopo il vertice.

“Come sapete, per noi la questione è molto complessa. Io sono il primo – ha detto Martina – a essere preoccupato di come in Puglia stanno andando le cose. Sappiamo della complessità della situazione, data anche dalle vicende giudiziarie”. Poi la stoccata a Emiliano: “Si sono fatte delle cose, certamente bisogna insistere. Abbiamo bisogno – ha sottolineato il ministro – di avere la Regione Puglia in campo da protagonista ancora di più, sempre meglio, e questo sarà un tema anche nelle prossime giornate”.  A chi chiedeva come mai non si installino le reti anti-insetto per impedire il passaggio dalla sputacchina, in alternativa all’abbattimento degli alberi, Martina ha risposto seccato che “quando si profilano soluzioni di carattere tecnico-scientifico vanno valutate da chi ha le competenze. Sono misure – ha concluso – che hanno impatti tutt’altro che insignificanti, e se siamo arrivati fin qui è perché abbiamo troppo spesso agito con superficialità”.

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