Cronaca

Chiusura Imid, Presidente ordine medici indagato per abuso, concussione e stalking

CAMPI SALENTINA- Il centro Imid di Campi Salentina sarebbe stato osteggiato “fin dal suo sorgere” dal presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, Luigi Pepe, “perché confliggente con i suoi interessi al mantenimento di reparti ospedalieri e di attività medica privata, per cui l’Imid rappresentava una concreta e pericolosa concorrenza”. Questo il cuore delle motivazione che il pm Paola Guglielmi mette nero su bianco nell’avviso di conclusioni indagini notificato nelle scorse ore a Pepe. I reati a lui contestati sono quelli di concussione, abuso aggravato, diffamazione continuata, stalking e violenza o minaccia per costringere altri a commettere reato.
Pepe, da noi contattato, non replica: “non ho ancora visto l’avviso”, dice. L’inchiesta riguarda la vicenda relativa al centro per le malattie immunomediate accolto nell’ex ospedale di Campi Salentina e chiuso ormai da tre anni, dopo le dimissioni del medico che lo aveva fondato, Mauro Minelli, con conseguenti gravi disagi per i pazienti, da allora orfani del centro di riferimento.

In un primo momento il pm aveva chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di Pepe. Il gip Alcide Maritati, però, ha accolto l’opposizione alla richiesta avanzata dai legali di Minelli, gli avvocati Giuseppe Terragno e Anna Centonze.

Dunque, secondo la Procura, è stato Pepe, “abusando delle sue qualità e dei suoi poteri”, a costringere Minelli a dimettersi, “al fine di realizzare la conseguente chiusura della struttura sanitaria”. Per raggiungere lo scopo, avrebbe usato “minacce sia esplicite che in forma di avvertimento”, usando “illegittimamente e strumentalmente” il potere disciplinare dell’Ordine da lui presieduto. Da qui l’accusa di concussione.

Poi, c’è quella di abuso aggravato: cinque i procedimenti disciplinare avviati contro il responsabile Imid “in assenza dei presupposti di legge”, tra l’altro “rifiutando di prendere atto della rinuncia all’iscrizione di Minelli all’albo di Lecce e della sua iscrizione all’Albo di Potenza, omettendo di aggiornare l’Albo unico nazionale al fine di arrecare al dott. Minelli l’ingiusto danno della sua sottoposizione al potere disciplinare dell’Ordine di Lecce”.

Per il pm, inoltre, Pepe ha continuamente diffamato il medico, offendendone la reputazione davanti ad autorità scientifiche, colleghi, politici, inviando una lettera denigratoria con allegata rassegna stampa anche al sindaco di Potenza, città in cui Minelli era noto per svolgere attività professionale. Lo ha pubblicamente definito in conferenza stampa “millantatore”, “usurpatore di titoli”, “truffatore verso i pazienti”.

Gli assidui contatti telefonici ed epistolari e i molteplici provvedimenti disciplinari integrano, secondo gli inquirenti, il reato di stalking, tanto da cagionare al direttore dell’Imid una sindrome ansioso-depressiva.
Infine, a Pepe è contestato il reato di violenza per costringere altri a commettere reato, per avere usato “espressioni e toni fortemente minacciosi” nei confronti di una paziente, perché questa “formulasse denuncia calunniosa contro Minelli per tutti ‘gli abusi e le malefatte’ da lui compiuti”. E questo il presidente dell’Ordine dei medici lo avrebbe preteso usando contro la paziente “espressioni ingiuriose del genere ‘non sei ancora morta?’”.

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