LECCE- Gli amministratori dei Conservatori e Riformisti fanno il punto alla corte di Fitto. Occorre recuperare un progetto alternativo al centro sinistra cercando punti d’incontro con gli ex alleati. Pensiero comune partendo dall’eurodeputato di Maglie sino al segretario provinciale e presidente della Provincia di Lecce. Per Antonio Gabellone, ma anche per lo stesso Fitto, il banco di prova potrebbe essere la sfida contro il referendum personale di Renzi.
“Partire dalla costituzione romana del comitato per il no dei Conservatori e poi subito al lavoro sui territori”. Per Antonio Gabellone occorre “una battaglia comune al di là delle primogeniture. Siamo pronti a partecipare e ad allargare il Comitato per il No del centrodestra già costituitosi nel Salento.” Comitato nato una decina di giorni fa voluto da Paolo Pagliaro, dell’ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italia, di concerto con il segretario provinciale del partito della Meloni, Pierpaolo Signore, e con il segretario leccese del partito Noi con Salvini, Leonardo Calo. Al Comitato hanno già aderito i movimenti Io Sud di Adriana Poli Bortone, Azzurro Popolare di Aldo Aloisi, il Movimento Sociale Italiano con Francesco Buja, i finiani Presidenzialisti per il No con Silvia Pispico ed il Movimento Regione Salento. Per i Conservatori e Riformisti occorre ricostruire un blocco sociale anti Pd ma, secondo il già eurodeputato, Raffaele Baldassarre, si deve partire dall’interpretazione del malcontento dei nuovi poveri.
Per Fitto è da cancellare l’attività di governo dell’ex sindaco di Firenze ma anche, e principalmente, questo primo anno di Presidenza della Regione Puglia. Per l’eurodeputato Emiliano è di gran lunga peggio Vendola. Anche per il già ministro si deve rinascere da un nuovo centrodestra che non sia una riedizione del vecchio e la battaglia referendaria sarà un importante banco di prova grazie proprio ai comitati per il No.