Cronaca

Protonterapia, dal Salento la nuova battaglia contro i tumori

LECCE- Raccolta firme, delibere e adesioni. La lotta ai tumori non si ferma. Lo sa bene Massimo Rizzo, che dopo essersi battuto per l’acceleratore lineare, insieme ad Alessandro Maletesta, che oggi non c’è più, perché portato via dalla malattia, ora torna in campo per una seconda sfida: far giungere a Lecce la strumentazione necessaria per sottoporsi alla “Protonterapia”.

Si tratta di una terapia rappresenta un approccio all’avanguardia per il trattamento dei tumori. Nel mondo sono 48 i centri che la utilizzano. La Proton therapy consiste nel colpire il tumore con fasci di particelle subatomiche (protoni) prodotti da un acceleratore simile, con le debite proporzioni, a quello del Cern di Ginevra. Gli studi, seppur iniziali e limitati nel numero, dimostrano l’efficacia di tale approccio anche per i tumori pediatrici. Si tratta di una metodica efficace almeno quanto la radioterapia classica, ma con minori effetti tossici a lungo termine che, soprattutto nel caso dei bambini, possono portare allo sviluppo di altre patologie, anche gravi.

Un caso esemplare è quello del piccolo Ashya, il bambino britannico colpito da un tumore al cervello, protagonista di un’odissea giudiziaria quando i genitori decisero di interrompere la chemioterapia iniziata in una clinica inglese per sottoporlo a Praga ad un terapia protonica ritenuta più efficace e grazie alla quale oggi del tumore non c’è più traccia.

Al momento, in Italia, la strumentazione di questo tipo è presente solo a Pavia e Trento. E proprio per questo motivo, così come è stato per l’acceleratore lineare, che dallo scorso 17 giugno finalmente permetterà ai salentini che ne avranno bisogno di curarsi nel reparto di Radioterapia, del Polo Oncologico dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, Massimo torna con questa nuova battaglia.  In primis  ha iniziato a muoversi creando una squadra di collaboratori, con raccolte firme sparse su tutto il territorio e coinvolgendo soprattutto le amministrazioni comunali con opportune delibere, per chiedere alla Regione di installare nel nostro territorio la macchina per la Protonterapia. Diversi i Comuni che hanno già aderito, ma ovviamente non basta. Come dice Massimo: “Bisogna creare una Unione di unioni, per fare una rete, o meglio un esercito che alla fine possa riuscire a parlare la stessa lingua”.

“Tutti possono essere promotori e io attendo altre adesioni a livello di collaborazione all’iniziativa in modo tale che più siamo e meglio è –afferma Massimo- Ognuno di noi deve sentire che questo progetto è un suo progetto per gli altri. Chi vuole collaborare seriamente per darci una mano e cercare di coprire a tappeto tutto il territorio salentino é ben accetto”. Il termine ultimo della raccolta firme è il 31 ottobre 2016.

Elisabetta Paladini

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