Vortice-Déjà vu, oltre 3 secoli di carcere

calema b

LECCE- Oltre 3 secoli di carcere sono stati inflitti dal gup Stefano Sernia al termine del processo, con rito abbreviato, in aula bunker, nato dalla maxi operazione “Vortice-Déjà vu”. Il pubblico ministero Guglielmo Cataldi aveva chiesto un conto complessivo di 6 secoli. 65 gli imputati accusati a vario titolo di Traffico internazionale di stupefacenti, estorsione ed usura oltre che di associazione mafiosa. Un giro vastissimo di criminalità che ruotava attorno al territorio di Squinzano.

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e dai Ros.  Le condanne più pesanti per Cyril Cedric Savary, 20 anni, Gaetano Diodato, 20 anni, il boss Sergio Notaro, 20 anni, Roberto Napoletano, 16 anni, per Bruni Saida, 7 anni , Gianluca Candita, oltre 14 anni, Patrik Colavitto, 8 anni, lo stesso per Stefano Renna. Sei anni a testa per i fratelli Antonio e Patrizio Pellegrino di Squinzano, latitanti per diversi mesi.

Oltre alle condanne sono arrivati il risarcimento danni alle vittime e le conseguenti confische di beni. Molti imputati sono stati assolti dal reato di associazione di stampo mafioso, altri 7 perché il fatto non sussiste. Alessio fortunato, Annamaria Lamarina, Giosuè Primiceri, Giuseppe Ricchiuto, Massimiliano Ruggio, Anna Ursino, Luigi Vergine.

 

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