Cronaca

Due nuovi campi per i braccianti delle angurie, ma i tempi si allungano: “Almeno un mese”

NARDO’-  Saranno due e non uno i campi di accoglienza per i migranti impiegati nella raccolta delle angurie e dei pomodori a Nardò. Ma i tempi si allungano ancora. Tanto, forse anche troppo: “un mese, un mese e mezzo”, dicono da Bari.
In mattinata, è stato eseguito il sopralluogo dei tecnici regionali e comunali per capire su quali terreni, due in tutto, piazzare i circa 70 container che dovrebbero rimpiazzare, per quanto possibile, le baracche di fortuna costruite dagli stessi braccianti dopo la demolizione della ex falegnameria, il 22 aprile scorso, sempre in zona Arene-Serrazze.

Ci sarà posto per circa 300 persone, dislocate in 4-6 posti per ogni container. Nel frattempo, però, col caldo che avanza, la situazione si fa sempre più precaria, soprattutto perché più e oltre che un letto mancano i servizi minimi essenziali: bagni chimici, acqua potabile e per lavarsi. Sono le urgenze su cui dover trovare la quadra, al di là della programmazione nel breve e nel medio periodo.

Nel pomeriggio, vertice in Prefettura a Bari con i prefetti di Lecce e Foggia, per analizzare anche quanto necessario da predisporre nelle settimane a venire, prima dell’entrata in funzione dei due campi. Perché, questo è certo, si arriverà a luglio inoltrato perché aprano i battenti, mentre le presenze continuano a crescere e il boom si avrà a metà giugno.

Lo conferma Stefano Fumarulo, dirigente regionale della Sezione Politiche per le migrazioni: “la prossima settimana, sarà pubblicata la gara d’appalto per l’allestimento delle strutture sia a Nardò che a San Severo, nel Foggiano. I tempi tecnici richiedono almeno un mese, un mese e mezzo”.

Per quest’anno, dunque, i ritardi ci sono. Nelle prossime ore, però, a Roma, sarà sottoscritto il protocollo d’intesa tra i Ministeri dell’Interno, del Lavoro e delle Politiche agricole, cinque Regioni, sindacati e organizzazioni datoriali: si chiama “Cura- legalità-uscita dai ghetti” e serve a sbloccare risorse con cui ristrutturare immobili per l’accoglienza. Due sono stati individuati già a Nardò. Ma la svolta si attende, si spera, per il prossimo anno.

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