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Bufera 275, Anticorruzione tranchant: “Tener conto delle discariche, non aggirarle”

LECCE- Non aggirare l’ostacolo, non far finta che non siano mai esistite. Anche le discariche di rifiuti tossici ritrovate lungo quello che è il futuro tracciato della statale 275 finiscono al centro dei rilievi sull’opera fatti a dicembre dall’Autorità Anticorruzione, che è stata chiara: o se ne prevede la bonifica o si modifica l’itinerario, ma a norma di legge.
È un passaggio tranchant quello di Anac ed è riportato nel secondo dei tre documenti pieni zeppi di contestazioni: il primo sull’affidamento della progettazione, il secondo sull’aggiudicazione della gara e il terzo sulle polizze fideiussorie false presentate da Matarrese, a capo del gruppo nelle cui mani, in seguito alle sentenze del Consiglio di Stato, il mega appalto dovrebbe transitare, anche se, proprio per questa “obiettiva gravità dei fatti”, Anac suggerisce ad Anas di non assegnargli la gara.

Il nodo discariche, si diceva, diventa centrale. Com’è noto, sono almeno due quelle su cui le ruspe delle Fiamme Gialle di Maglie sono intervenute, ad Alessano e Tricase, entrambe in contrada Matine, confermando quello che proprio un’inchiesta giornalistica di Telerama aveva portato a galla, cinque mesi prima: la presenza di scarti industriali e rifiuti ospedalieri assieme alla spazzatura delle civili abitazioni. Stando al progetto definitivo messo a base di gara, le nuove quattro corsie dovrebbero passarci giusto sopra. A quelle due e ad altre, già segnalate dal Comitato 275 alla Procura di Lecce, che ha da due anni ha aperto un fascicolo in mano al pm Valeria Mignone, che adesso acquisirà l’intero dossier di Cantone. L’ipotesi di reato è quella di discarica abusiva. Al momento, non è stata contestata a nessuno, ma al vaglio ci sono le posizioni dei sindaci che si sono succeduti alla guida dei Comuni interessati. Altre inchieste, su altri profili, sono aperte a Roma e presso la Corte dei Conti.

Nonostante quei siti fossero già stati scoperti, non c’era traccia di loro nel primo progetto esecutivo presentato dall’originaria aggiudicataria della gara, l’associazione d’imprese guidata da Ccc: pertanto, come ricorda l’Anticorruzione, quel progetto è stato ritenuto incompleto da Anas (con relativa contestazione dell’impresa) e non è stato approvato. Alla fine, poi, la procedura è stata sospesa, dopo la sentenza del 3 luglio 2014 del Cds, che ha sparigliato le carte e affermato che, appunto, l’appalto doveva andare a Matarrese.

Come confermato anche dal rup in sede ispettiva, “in fase di redazione del progetto esecutivo è stato riscontratto il ricorrere di varianti alla localizzazione originaria”. Insomma, quei siti, come si diceva, sarebbero stati bypassati. Questo, unito alle ulteriori varianti puntuali richieste dagli enti locali, obbliga a sottoporre direttamente al Cipe il futuro progetto esecutivo da approvare.

In ogni caso, l’Anac, lo ricorda: “la progettazione esecutiva e l’esecuzione dell’opera non potranno non tener conto del predetto ritrovamento. La presenza di discariche abusive di materiale tossico e di terreni inquinati lungo il tracciato di progetto impone la scelta di provvedere alla preventiva bonifica dei terreni ovvero ad una rivalutazione del tracciato progettato con le necessarie caratterizzazioni di legge. Conseguentemente si dovrà adottare una variante sia tecnica (ad es. variazione di tracciato) che economica al progetto appaltato di entità allo stato non preventivabile”.

Anche per queste ragioni, scrive l’Anticorruzione, “deve censurarsi, quindi, l’intenzione manifestata dal presidente Anas (il 26 giugno 2014) e dal capo struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di procedere ad una consegna parziale e per fasi delle opere nel prosieguo dell’attività di progettazione esecutiva, al fine di consentire quanto prima l’attivazione dei lavori”. Cioè, di fronte a questo capitolo aperto, non era opportuno firmare il contratto con Ccc, “anche in ragione del fatto che all’epoca era pendente innanzi al Consiglio di Stato il contenzioso di imminente soluzione (l’udienza di merito si era tenuta in data 25 marzo 2014)”, arrivata giusto una settimana dopo.

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