LECCE- La vendita all’asta da parte del Comune di Lecce degli immobili di edilizia residenziale pubblica del centro storico non ci sarà, esclusi dal piano delle alienazioni. La vicenda, scottante, fu da noi sollevata: gli immobili da vendere a privati, inseriti nel Piano delle alienazioni varato dal Consiglio comunale del 20 luglio 2015, contenuti in un elenco non coincidente con quello autorizzato, invece, dalla Regione Puglia il 19 novembre 2013 per complessivi 174 appartamenti sui 618 di cui Palazzo Carafa è proprietario.
La successiva polemica, con il consigliere comunale dell’Udc, Luigi Melica che chiedeva le dimissioni dell’assessore alla casa Attilio Monosi, perchè, a suo avviso, avrebbe mentito in Consiglio comunale, nella seduta del 20 luglio scorso affermando che quegli immobili fossero stati autorizzati dalla giunta regionale”. “Un’incomprensione” replicò il diretto interessato. Per il Pd, necessaria la revoca di tutti gli atti di vendita, poiché illegittima.
“L’amministrazione Non avrebbe potuto fare diversamente – dichiarano oggi Rotundo e Foresio – tra ; quelli alloggi erano stati infatti inseriti tra i beni da vendere con una forzatura, con una procedura in palese violazione della legge 560/93, che prevede espressamente la preventiva autorizzazione alla vendita della Regione, autorizzazione che non c’è mai stata e neppure richiesta, ma quella legge prevede soprattutto la tutela sostanziale degli assegnatari e degli aventi titolo all’assegnazione di immobili Erp, che in città attendono senza fortuna lo scorrimento di una graduatoria formata da circa mille famiglie di fatto ferma per carenza di alloggi” .
“Battaglia vinta. – aggiungono – Ma solo a metà. Quegli alloggi Erp tolti dalla vendita ora devono essere messi al servizio di chi ha bisogno di una casa”.