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Palazzo Carafa aliena immobili acquistati, e ristrutturati, per edilizia residenziale pubblica

LECCE- Dopo il caso di Via delle Giravolte, con relativo blocco della vendita perché risultante tra gli immobili Erp, ieri quello di Via del Pittaccio quasi confinante con quello di Via delle Giravolte e, probabilmente, con gli stessi assegnatari della vendita pubblica. Certamente coloro che hanno partecipato al bando di alienazione non hanno alcuna colpa se non credere che , la vendita stessa, potesse essere effettuata perché avvenuta secondo le prescrizioni relative le alienazioni di strutture destinate ad edilizia residenziale come tanti, sembrerebbe, esser nelle stesse condizioni giuridiche.

Ma procediamo per step. Negli anni 80 la lungimiranza degli amministratori di acquistare immobili privati quasi abbandonati a prezzi bassi (ieri creare patrimonio, oggi, la maggior parte delle pubbliche amministrazioni, creare liquidità); negli anni 90 con la legge che apriva la strada all’edilizia popolare, garantire un tetto alla povera gente, i pubblici amministratori di Lecce ricevono un finanziamento per la ristrutturazione degli acquisti e l’assegnazione ai titolari di case pubbliche. Infatti nel 1985 il Comune di Lecce delibera gli interventi di recupero er un importo totale di 2 miliardi e 700 milioni di lire così come per il solo immobile di via del Pittaccio nel 1993 si programma l’uso di circa 230 milioni di lire tra lavori, iva ed oneri vari.

Qui scatta la controversia sull’impossibilità di vendere questi immobili se non prima autorizzati dalla Regione e poi, prima di metterli sul normale mercato, prevedere un bando rivolto unicamente a coloro che ne possano vantare il diritto d’acquisto. Per gli immobili in essere partendo da via del Pittaccio non risulterebbe alcun bando per i titolari erp e sia questo che presumibilmente altri non sono stati immessi in un elenco come abitazioni di edilizia residenziale pubblica. Gli interrogativi sono due: non è stata data comunicazione alla Regione nella certezza che questa non potesse autorizzare l’alienazione o perché si sarebbe dovuto procedere prima ad un bando per gli aventi diritto e solo dopo ad un bando pubblico aperto a tutti. Come mai un’oculata pubblica amministrazione dopo il caso di Via delle Giravolte non si sia preoccupata di verificare le altre vendite effettuate? Cosa succederà dopo che i partecipanti all’asta pubblica si sono visti assegnati delle case, probabilmente investito del denaro , non ultimo appunto il caso di Via del Pittaccio forse futuro B&B diffuso, ed oggi a rischio proprietà?

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