CronacaPolitica

Referendum trivelle, l’appello dei partiti e le proposte per il dopo 17 aprile

LECCE- L’appuntamento con il referendum del 17 aprile sulle trivelle mobilita i partiti, che nel Salento, nonostante le posizioni storicamente agli antipodi, lanciano lo stesso appello a non disertare le urne. Le indicazioni di voto non sono inequivoche per tutti: mentre M5s e Fi hanno optato chiaramente per il Sì, nel Partito democratico al momento ognuno viaggia per conto suo, con una distanza netta, questo è certo, tra le sezioni locali schierate apertamente anche loro per il Sì e i rappresentanti democratici nazionali del governo, che, come ha fatto la viceministra allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, invitano all’astensione.
È il dibattito che ha animato nella serata di venerdì anche l’appuntamento organizzato  dall’Associazione Culturale CRONO presso le Officine Culturali Ergot a Lecce.

Il senatore pentastellato Maurizio Buccarella e Paolo Pagliaro dell’Ufficio di Presidenza di Forza Italia hanno in maniera netta ribadito l’impegno a votare e far votare sì. Ha annunciato di lasciare scheda bianca, invece, il deputato del Pd Federico Massa. “Penso – ha detto – che il problema debba essere risolto dal Parlamento, perchè comunque andrà il referendum ci sarà un problema di disciplina delle proroghe delle concessioni”.

Com’è noto, si chiede ai cittadini di scegliere se lasciare in vigore oppure no la legge che consente la proroga automatica alle società petrolifere delle concessioni già in essere entro le 12 miglia dalla costa fino all’esaurimento del giacimento. Votando sì, quella norma viene abrogata.

“Si sbaglia a non valorizzare adeguatamente il risultato che si è già ottenuto con la legge di stabilità – spiega Massa – perché con quella si è già raggiunto l’obiettivo che le Regioni si prefiggevano. Il referendum va ricondotto alla sua effettiva portata marginale. Comunque andrà a finire – conclude – presenterò una proposta di legge affinché la proroga delle concessioni non sia automatica, ma venga decisa da un’intesa tra Regioni e Ministero”.


 

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