CronacaPolitica

Petrolio, in campo anche la Chiesa salentina. Mons. Santoro: “Al referendum votate Sì”

LECCE- Non sono sole le Regioni, non sono soli i comitati e i sindaci che si battono contro le trivelle e che diventano sempre più numerosi. Al loro fianco sceglie di esserci anche la Chiesa. Anche nel Salento. Dopo la presa di posizione nota da tempo della diocesi di Ugento, anche l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, si esprime in termini netti e – chiarisce – “personali”, invitando a votare Sì al referendum del 17 aprile prossimo. “Le ferite della nostra terra – dice – sono già molte e non devono aumentare. Rifiutare le scelte facili anche in questo campo costituisce una risposta forte alle esigenze di una “ecologia integrale” indispensabile per il nostro territorio e la nostra società”.

Proprio la CEI, in queste ore, ha reso noto il documento in cui si osserva che “l’attenzione all’aspetto sociale ha portato i Vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle – ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera (di 12 miglia, ndr) di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza della concessioni – concordando circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco”.

In seno alla Cei, è proprio Monsignor Santoro il Presidente della Commissione Episcopale  per i Problemi sociali e il  Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Custodia del Creato: “le piattaforme petrolifere al largo delle coste dell’Adriatico e dello Ionio – dice – sono un’ulteriore aggressione a una realtà già fragile”.Nel Leccese, dopo il Capo di Leuca, si compatta anche il fronte del levantino: giovedì, ad Andrano, nella sede del Parco Otranto-Leuca, i 22 Comuni del SAC Porta D’Oriente hanno concordato le strategie di sensibilizzazione delle comunità per portare il più alto numero di votanti alle urne.

La Regione Puglia, invece, ha deciso di destinare 250mila euro per la campagna informativa sul referendum del 17 aprile, come da proposta di legge approvata all’unanimità nelle scorse ore in Commissione Bilancio. Non sono mancate su questo le frizioni: assenti al momento del voto alcuni consiglieri del Pd, tra cui Mennea, che aveva proposto di chiedere prima un parere del Collegio dei revisori dei Conti. Per i consiglieri regionali M5S, è una spesa motivata solo dalla lotta interna tra il Pd nazionale e quello pugliese: “Ci chiediamo ancora una volta – dicono – perché Emiliano e gli altri iscritti non facciano la scelta coerente di allontanarsi dal partito o forse è più comodo rimanere all’interno e godere dei privilegi che questo comporta?”.

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