Cronaca

Trivelle, i Comuni pugliesi si schierano per il Sì. Lecce in prima linea

LECCE- I Comuni pugliesi scendono in campo a viso aperto e in prima linea c’è anche Lecce: sostengono il sì al referendum del 17 aprile, per impedire la ricerca di petrolio di fronte alle coste. L’Anci, l’associazione dei Comuni, in mattinata a Bari ha assunto l’impegno di “attivare e sostenere iniziative tese a dare massima​ diffusione​​ alla campagna referendaria sulle trivellazioni petrolifere​ ​per favorire la massima partecipazione dei cittadini al voto​”​.
La prima preoccupazione, ovviamente, è garantire la partecipazione al voto del 50 per cento +1 degli aventi diritto. “Il problema non è vincere ma raggiungere il quorum. – ha dichiarato Emilio Romani, sindaco di Monopoli e vicepresidente Anci Puglia – Questo referendum è l’unico strumento che abbiamo per scongiurare ​attraverso il divieto del popolo un disastro per il nostro territorio. Come sindaci puntiamo a metterci in discussione trasformando il referendum in una campagna elettorale; bisogna fare il massimo per portare le nostre comunità a votare”.

Com’è noto, il quesito referendario chiede l’abrogazione del testo di legge che prevede la possibilità che le attività di estrazione di petrolio in zone di mare sia entro le 12 miglia e proseguano per tutta la vita utile del giacimento. Con la vittoria del sì le attività dovranno essere dismesse allo scadere della concessione.

“Gran parte delle 66 concessioni estrattive marine che ci sono oggi in Italia si trovano oltre le 12 miglia marine, e non sono coinvolte – ha spiegato Andrea Guido, assessore all’Ambiente del Comune di Lecce -. Il referendum riguarda soltanto le 21 concessioni che invece si trovano entro questo limite, di cui tre sono proprio in Puglia. Le prime concessioni che scadranno sono quelle degli impianti più vecchi, costruiti negli anni Settanta. Nelle prossime settimane scenderemo anche in piazza per spiegare alla gente le ragioni del nostro sì”.  La motivazione, per Palazzo Carafa, è politica: “dare al governo un segnale contrario all’ulteriore sfruttamento dei combustibili fossili e a favore di un maggior utilizzo di fonti energetiche alternative”.

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