CronacaPolitica

Olio tunisino, parlamentari di Puglia “occupate” il Governo, eurodeputati incatenatevi

LECCE – Il Parlamento europeo ha detto sì: la plenaria di Strasburgo ha dato l’ok al pacchetto di aiuti d’urgenza alla Tunisia. Nel Regolamento c’è il permesso ad importare 35.000 tonnellate aggiuntive di olio d’oliva senza dazi nell’Unione europea. L’aula ha approvato con 500 sì, 107 no, 42 astenuti. Il provvedimento varrà per due anni e riguarda l’olio interamente prodotto in Tunisia e trasportato direttamente nell’Unione europea. Il testo attende ora solo il consenso del Consiglio UE, ma si tratta solo di una formalità. Poi entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.
Tra gli italiani in aula c’è chi ha polemizzato, perché se il provvedimento serve a sostenere la Tunisia, è ritenuto nocivo per i produttori locali. Ma una debole protesta non basta: gli olivicoltori e produttori italiani, pugliesi, salentini si aspettano di più. Ci si aspetta che la decisione presa a strasburgo porti tutti i Parlamentari a votare contro ogni scelta del Governo se non ne farà una battaglia nazionale, gli Eurodeputati si incatenino a Bruxelles, un po’ come al nord furono bloccate le strade per le quote latte degli allevatori. Intanto iniziano ad arrivare decine di comunicati stampa da parte dei politici di ogni schieramento, ma è nostra scelta dar voce alle associazioni vittime della scelta di Strasburgo e non agli inutili lamenti della politica che già sapeva della possibilità delle conseguenze ed oggi manifesta un’indignazione che è comune a tutti ma, a differenza dei tutti, avrebbe dovuto agir prima anche con azioni plateali per dissuadere dalla scellerata decisione che lede tutti gli olivicoltori.

Quindi da ora si mobilitassero inducendo, anche con voto contrario ad ogni proposta governativa, il premier a prender di petto la questione o andassero a Bruxelles con i colleghi dell’europarlamento ad incatenarsi fuori alla commissione europea.

Agrinsieme -coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari- urla il proprio malcontento.

“Le aspettative che avevamo nutrito sul successivo passaggio in Consiglio sono state disattese. Appare a questo punto opportuno alzare il livello di attenzione nell’attività di controllo per contrastare possibili contraffazioni e far emergere il vero prodotto italiano.

Pur consapevoli dell’importanza degli obiettivi di solidarietà dell’Europa nei confronti dei Paesi terzi in difficoltà, soprattutto in una delicata fase geopolitica come quella attuale -evidenzia ancora Agrinsieme- crediamo che non si possa sempre penalizzare l’agricoltura e in particolare le produzioni mediterranee.

Adesso non è il momento di abbassare la guardia ma, piuttosto, di valutare gli ultimi ed eventuali spazi che ancora sussistono per introdurre quantomeno l’emendamento della Comagri che prevedeva le licenze mensili, anche accogliendo gli spazi che la Mogherini sembra abbia lasciato aperti. In tal senso -conclude Agrinsieme- la fase gestionale del contingente e la revisione intermedia dell’articolo 6 rappresentano l’ultima opportunità che il Governo non deve farsi sfuggire”.

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