LECCE- L’ennesimo guaio annunciato, e questa volta a farne le spese è un lavoratore colto da infarto Si sarebbe salvato perché un collega presente,gli ha praticato un massaggio cardiaco.
Non è stato possibile usare il defibrillatore custodito al piano rialzato del Tribunale, poiché non sono stati reperiti i dipendenti che a suo tempo effettuarono il corso. Un altro defibrillatore si trova presso la sede di via Brenta. Il 118 si è trovato a sua volta in serie difficoltà. Dopo aver sostenuto l’infartuato, ci si è resi conto che gli ascensori non consentono il trasporto di persone distese. Inoltre, non si è potuto usare la barella standard e si è dovuti ricorrere a quella pieghevole.
“L’episodio – dice Giovanni Rizzo, segretario regionale della Confsal-Unsa – è un campanello di allarme dal quale deve nascere un impegno rinnovato dei sindacati, della RSU e di tutto il personale. Non si contano i nostri interventi passati: due ispezioni della ASL su nostra richiesta, lettere, petizioni, segnalazioni su attrezzature guaste e sull’inconsistenza delle valigette di pronto soccorso. “Credo necessaria – continua Rizzo – un’iniziativa unitaria, a partire da un’assemblea, perché si rispetti la normativa sulla sicurezza”