
TARANTO- “Da domani si dimezzano i limiti di emissione per la diossina e Ilva li dovrà rispettare. Ad oggi non è in grado di farlo in modo continuativo. E’ una cosa importantissima che Peacelink vuole segnalare all’opinione pubblica e ai decisori politici, in particolare al ministro dell’Ambiente, al presidente della Regione Puglia, al presidente della Provincia e al sindaco di Taranto”. E’ quanto fa rilevare in una nota l’associazione ambientalista riferendosi all’entrata in vigore di un limite rigoroso che impone alla fabbrica di ridurre drasticamente le proprie emissioni di diossina. “L’Ilva – precisano Antonia Battaglia, Fulvia Gravame, Luciano Manna e Alessandro Marescotti – deve scendere sotto 0,15 ng/m3 di diossina. Un limite che Ilva non riuscirà molto probabilmente a rispettare in quanto non ha applicato al camino E312 i filtri a manica previsti dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale)”.
Nel frattempo, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, si rivolge al ministro dell’Ambiente ed al ministro della Salute affinché avviino un’indagine ministeriale, sui picchi di diossina registrati nel quartiere Tamburi tra il novembre 2014 e il febbraio 2015 dalle analisi commissionate da Ilva al Politecnico di Torino: “Comprensibilmente la città – spiega il sindaco – ha manifestato preoccupazione, cercando chiarimenti e certezze sull’attendibilità dei dati forniti dai diversi organismi scientifici istituzionalmente preposti al controllo ed apparsi contrastanti. Pur tenendo da conto l’alto tasso di professionalità di questi organismi scientifici – aggiunge Stefano – si avverte il bisogno che su questa vicenda sia fatta piena luce, per cui si chiede a codesti ministeri, per la parte di rispettiva competenza, che si disponga per una indagine ministeriale per ripristinare le condizioni di verità allo scopo di soddisfare sia le aspettative di tutela della salute e dell’ambiente, che così pressantemente la città reclama e delle quali ne siamo sentitamente portavoce, sia anche per prefigurare tutte le necessarie azioni a tutela della collettività”.
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