LECCE- Lo avrebbero legato alla sedia con il nastro adesivo, poi sollevato di peso e fatto cadere per terra, filmando poi la scena con il telefonino. Bullismo? Non proprio afferma il docente di Sociologia Luigi Spedicato.
Mentre il bullismo è un’azione continuata nel tempo, in cui il soggetto è vittima di diffamazione, minacce, insulti e maltrattamenti, quanto accaduto al ragazzino di 14anni, all’interno di un istituto superiore di Casarano, è il frutto di un nuovo fenomeno sociale, quello da “palcoscenico”: si recita una parte -spiega l’esperto- magari la si filma con un cellulare e, dopo quando l’atto è concluso, si crede che si possa tornare alla normalità…Si fa quindi un passo indietro in attesa di potersi esibire di nuovo.
“Nessuno si sente più responsabile del proprio comportamento e tanto meno -afferma il prof. Spedicato- crede che possa avere delle gravi conseguenze su terzi. E’ questo l’errore più grave”.
E’ un atteggiamento difficile da contrastare, un comportamento che purtroppo dilaga tra i nativi digitali, per i quali non c’è vita al di fuori degli strumenti che oggi offre quella tecnologia, ormai, divenuta “Onnipotente”: una forza incontrollabile che potrebbe essere combattuta con la massima cautela e magari con degli adulti preparati che seguino le fasi di crescita di ciascun ragazzo.
E.P.