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“Grazie per aver portato Taranto sul palco”, la Città dei Due Mari ringrazia Beppe Fiorello

TARANTO- «Addio Amara Terra mia…addio, io vado via, amara terra mia, amara e bella».Taranto si commuove e ringrazia Beppe Fiorello per aver acceso i riflettori sul disastro ambientale legato all’inquinamento prodotto dall’Ilva.

Lo ha fatto nell’ultima serata del Festival di Sanremo. Tra musica, canzoni e lo struggente monologo, Fiorello si è lasciato andare in una profonda riflessione, sulle note di “Amara terra mia”. Ha ricordato il boom economico del 1958, quando le menti pensanti decisero di costruire un grande Polo Siderurgico…

“Dove? Al Nord, dove già esistono le grandi fabbriche del nostro paese? No…-dice Fiorello- Tutte le forze politiche dell’epoca ..tutte..hanno deciso che il più grande Polo siderurgico d’Europa doveva nascere al sud, a Taranto, nella tua bella terra, Mimmo. La prima pietra è stata posata il 9 luglio 1960…iniziando con due milioni e mezzo di tonnellate di acciaio grezzo, l’Ilva è subito diventata la piú grande industria di Stato. Negli anni 80 ha dato lavoro a 43mila persone e il quartiere Tamburi si è allargato per ospitare tutti gli operai. Nel 2005 erano circa 200 le aziende dell’indotto del siderurgico che fatturavano 310 milioni di euro l’anno…….Ma -ricorda Beppe Fiorello- nel frattempo la gente si ammala, muore ed é costretta a scappare e dire addio alla propria terra”.

Un monologo toccante che ha commosso in tanti, che ha portato sotto i riflettori una dura realtà, forse a volte dimenticata. Inutile dire che oggi Taranto, tutta, ringrazia Beppe Fiorello con una valanga di post su Tweetter e Facebook: “Grazie per esserti ricordato di noi, per aver portato Taranto sul palco”; “Grazie per aver ricordato all’Italia che non siamo tutti uguali..c’è chi nasce sano ma deve vivere malato”; “Grazie per aver dato voce alla nostra battaglia..noi non ci arrendiamo”…

E.P.

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