
FRIGOLE- Dopo decenni di attesa, i lavori per la rete idrica sono stati eseguiti da poco, come conferma l’asfalto nuovo di zecca sopra quello che è il troncone principale dell’Acquedotto. Tutte le abitazioni qui intorno, però, non possono usufruire dell’acqua corrente in quanto le diramazioni fino alle abitazioni per consentirne l’allaccio non sono state fatte. Stesso copione per la rete fognaria. Perché a Frigole la normalità è un optional.
Vivono stabilmente all’incirca 30 famiglie nelle vie Marinelli, Monzino, Magnaghi, Delle Orchidee e delle Dracene: tante le segnalazioni per iscritto inviate al Comune di Lecce, ma cadute nel vuoto. Un paradosso difficile da digerire nel 2016, visto che si tratta di infrastrutture primarie, l’abc di un centro abitato. Ma qui, si diceva, ci si scontra di continuo contro ciò che di base manca o non viene manutenuto.
I canali di bonifica sono impraticabili, di fatto inesistenti, eppure essenziali, costruiti dall’ente riforma proprio perché questa marina è nel cuore di una palude. La loro pulizia spetta al Consorzio Ugento-Li Foggi, ma non viene eseguita da tempo e le immagini sono eloquenti. Problemi nell’abitato e problemi sul mare, di quelli che tolgono il pane.
Enrico e Giacomo si sono trasferiti qui da Fasano negli anni ’60 per fare i pescatori, ma per loro e per i circa venti colleghi le condizioni di impraticabilità e di pericolosità di questo porticciolo, che sulla carta è addirittura un rifugio di barche, si trasformano nell’impossibilità di lavorare.
Senza il dragaggio che spetta al Comune di Lecce, le imbarcazioni sono “sedute” sulla sabbia. Ecco perché a loro resta solo l’assurdo: tirare la barca in secco d’inverno e andare a vivere a bordo, a otranto, d’estate, per 5 giorni su 7. L’alternativa è aspettare l’alta marea per poter uscire in mare e negli altri giorni assistere all’arrivo degli altri pescherecci da Brindisi, rimanendo a bocca asciutta.
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