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Lecce non bello, ma pratico

LECCE- Alla fine ci si abitua sempre a tutto. E a furia di sentirlo ripetere ai diretti interessati (non tanti) si è convinti che sia proprio così. La serie C è questa. Anzi, meglio dire: è anche questa. Chi ha visto le partite del Lecce a Rieti contro la Lupa Castelli Romani e ad Andria non si sarà certamente stropicciate le mani dalla goduria. Tutt’altro. Ma, a mente fredda, sia la scorsa settimana sia questa si prende atto di un altro punto aggiunto in classifica. Non importa come. O meglio: si fa finta di non saperlo. Quello conquistato dalla squadra leccese ad Andria è l’ottavo risultato utile consecutivo ottenuto con Braglia in panchina. Una striscia positiva che consente al Lecce di stare in alto. Certo, se la formazione leccese, nelle ultime due partite, avesse approfittato dei rallentamenti di Casertana e Foggia, oggi avrebbe una maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Non è detto che non sia così, però basta una rapida e lucida analisi per prendere atto dei limiti che questa squadra evidenzia all’alba del girone di ritorno. Contro la squadra andriese il Lecce non ha concluso una volta nella porta avversaria. Curiale sembrava essere ricaduto nelle amnesie del passato. Isolato dalla manovra, della sua presenza in molti si sono accorti solo al momento dell’uscita.

Tutto è migliorabile, c’è ancora un girone di ritorno, e se il Lecce comunque non perde c’è da essere fiduciosi che prima o poi questa squadra riuscirà a trovare la chiave giusta per un gioco sufficientemente apprezzabile. Ma solo per non soffrire come è accaduto ad Andria, dove i padroni di casa hanno fatto la partita che tutte fanno contro il Lecce: tanta grinta e qualche occasione concessa dai giallorossi potrebbero bastare per godersi una domenica di gloria. Una squadra, invece, teoricamente più tecnica e con un tasso qualitativo più elevato soffre tutto ciò soprattutto se ai problemi di cui accenna Braglia si aggiunge anche un terreno di gioco allentato dalla pioggia dove controllare e indirizzare il pallone richiede massima attenzione.

In questi casi spesso, come ripetono i calciatori la differenza la fanno gli episodi: un tiro, una deviazione, qualche schema su palla inattiva, dove il Lecce sembra avere una scarsa preparazione. Spesso il pallone sembra essere pesante, quindi corto, calciato con poca convinzione e dunque preda dell’avversario. E questo c’entra poco con il campionato in cui si gioca. Per quanto riguarda gli episodi Lecce e Andria hanno reclamato un rigore per parte: per i giallorossi nel primo tempo, per i padroni di casa nel secondo. Quanto a occasioni da gol l’ago della bilancia è indirizzato tutto dalla parte della formazione andriese. Non tante, ma quanto basta per evidenziare l’inespressività della squadra giallorossa in attacco.

Per il tecnico Braglia ci vuole anche più velocità nel servire gli attaccanti. Un problema forse dovuto pure al richiamo atletico fatto (doverosamente)durante la sosta. Il Lecce è sembrato poter muovere le corde dell’attacco quando Diop ha rilevato lo spento Curiale. Comunque dopo oltre un mese, tra festività di Natale e il doppio impegno esterno riservato dal calendario Papini e compagni torneranno a giocare nel proprio stadio dove bisognerà necessariamente trovare la marcia da tre punti perché questa squadra può ambire al primo posto. Nessuna delle pretendenti ha dimostrato di potersi staccare e andare in fuga. E se il Lecce, che non è bello, conquista comunque punti, quando lo diventerà, si spera presto, avrà le condizioni, atletiche, tecnico-tattiche e anche ambientali per poter sprigionare quella potenza oggi inespressa.  

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