BARI-E’ al penultimo posto tra tutte le regioni italiane, davanti solo alla Calabria e addirittura dietro alla Sicilia: la sanità pugliese è “malata”. Lo dice l’indagine di Demoskopika, l’istituto di ricerca che l’ha elaborata sulla base di sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie.
Al top c’è il Trentino Alto Adige, che si aggiudica 462,2 punti, mentre la Calabria, maglia nera, si ferma a 210,8 punti e la Puglia è poco sopra, con 243,7, i peggiori piazzamenti. Una forbice che vale un abisso in termini di diritto alla salute dei cittadini.
I dati arrivano proprio nel pieno del dibattito sul Piano di riordino ospedaliero e confermano almeno una verità: a questa sanità bisogna mettere mano per forza. Sono otto le realtà regionali “malate”, sette quelle “sane” e cinque le “influenzate”.
A pesare di più sono le liste d’attesa, troppo lunghe. Accedere alle prestazioni sanitarie presenta, infatti, i tempi di attesa più rilevanti in Puglia, seconda solo alla Calabria, con uno scarto tra le due di soli 0,5 punti: ben 69 mila soggetti pugliesi hanno rinunciato a curarsi e sono pari all’1,7 per cento della popolazione. Molte anche le famiglie che si impoveriscono a causa delle spese sanitarie non coperte, come acquisto di farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche etc. A scendere sotto la soglia di povertà per questo sono stati 22mila nuclei familiari pugliesi nell’anno, una quota pari all’1,4 per cento dei residenti. Alto anche l’indice di fuga fuori regione e troppo consistente, ancora, la spesa sanitaria.