Cronaca

Paladini: “Quali fondi utilizzati per la moschea?”. L’Imam: “Acquisto trasparente e regola”

LECCE- Le domande all’unione delle comunità islamiche e all’imam di Lecce Saiffedine Marufi arrivano da Giampiero Khaled Paladini e riguardano il finanziamento della moschea.
Paladini, riportando su Facebook il link di un articolo che fa riferimento a quanto accaduto a bergamo, dove si sarebbe aperto un caso per via di un tesoretto di 5 milioni di euro che la ‘Qatar Charity Foundation’ ha destinato per la costruzione di una moschea e si sarebbero aperte delle indagini per chiarire che fine abbiano fatto parte di quei soldi, via web oggi chiede che “L’Unione delle Comunità islamiche d’Italia e l’imam di Lecce facciano chiarezza e rendano pubblici anche i finanziamenti per la Moschea di Lecce, se anche qui sono arrivati finanziamenti dal Qatar? Quanto? A chi? E Come sono stati spesi? Non c’è nulla di male – prosegue paladini su fb – se arrivano finanziamenti dall’estero per Moschee e Centri Culturali Islamici, anzi questo è auspicabile, ma è giusto in questo momento storico particolare che tutti sappiano per la serenità e per la trasparenza nei rapporti sociali. Questo serve anche per evitare inutili illazioni e pericolosi sospetti”.

La guida spirituale dei musulmani leccesi replica: “Quando si è trattato di chiarire come trovare i fondi per il suo progetto fumoso, è stato lui c a non saper ben rispondere.  Non c’è molto da chiarire – per Saiffedine Marufi – solo perchè è già tutto ben chiaro alla comunità islamica leccese e non solo, “lui non fa parte della comunità dei musulmani di lecce, ma chi è nella nostra moschea lo sa bene: abbiamo iniziato una colletta da quando abbiamo avuto notizia che sull’albo petrorio del Comune è stato messo un annuncio della messa in vendita dei locali della vecchia moschea. La nostra associazione è registrata ufficialmente con codice fiscale, abbiamo un conto bancaruio, non abbiamo mai avuto soldi in mano.Un dono dell’UICOII, una cifra inferiore a 300.000 euro è servito ad acqustare il locali in via livio tempesta. Dono giunto tramite regolare e trasparente bonifico bancario. Il locale in questione è stato pagato con assegni circolari. Non abbiamo nessun rapporto con il Quatar. La cifra accumulata dalle donazioni, circa 5mila euro è servita per coprire parte delle spese burocratiche. La raccolta è iniziata nel settembre 2013, l’acquisto dei locali è stato portato a termine nel maggio 2014. Ma qualsiasi membro della comunità musulmana conosce tutti i dettagli: alla fine di ogni sermone veniva fatto il punto della situazione sulla raccolta fondi.  Non solo – prosegue l’imam– ma, come è giusto che sia, siamo stati sottoposti a regolari controlli da parte delle forze dell’ordine. Se si tratta di una sua curiosità privata, potrà venire in qualsiasi momento a fare tutte le domande che riterrà. Non abbiamo finanziamenti occulti. Forse dovrebbe rispondere lui, a domande alle quali non ha saputo rispondere negli ultimi anni. Offensivo – conclude l’imam – associare i fatti di bergamo, a chi opera nella piena trasparenza”

 

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