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Ecotassa, la batosta può attendere: Comuni graziati (per ora) dal Tar, sospesi gli atti regionali

LECCE- La batosta ecotassa potrà attendere: la gran parte dei Comuni leccesi non dovrà versare entro il 31 dicembre alla Regione Puglia la quota in misura maggiorata sia per l’anno 2014 che per il 2015. lo ha deciso il Tar di Lecce con un doppio provvedimento cautelare depositato in mattinata e che ha sospeso gli atti con i quali via Capruzzi aveva intimato agli enti di provvedere.


Il TAR di Lecce era già intervenuto sulla vicenda nel luglio scorso, accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Luigi Quinto nell’interesse di 51 comuni e rimettendo alla Corte Costituzionale la legge regionale pugliese, ritenuta viziata sotto diversi profili. Il punto centrale, secondo i giudici amministrativi, è il contrasto tra la disciplina regionale, che riconosce la riduzione dell’ecotassa solo in funzione del livello di raccolta differenziata raggiunto, e la disciplina nazionale, che attribuisce la premialità a quei territori che conferiscono in discarica solo rifiuti sottoposti a particolari trattamenti. E il Tar ha accertato proprio questo: il ciclo dei rifiuti nel Leccese è così avanzato che si ha diritto ad un abbattimento dell’80 per cento sull’ecotassa. Tradotto, i Comuni non devono pagare 25,86 euro a tonnellata di rifiuto smaltito in discarica, ma 5,16.

Nonostante ciò, la Regione, con provvedimenti adottati nel mese di ottobre, ha nuovamente determinato importi maggiori, sia retroattivamente con riferimento all’anno 2014, che con riferimento al 2015. Da qui il nuovo ricorso, che ha ampliato la schiera dei Comuni: mentre per l’ecotassa 2014 hanno si sono costituiti 52 enti, per quella di quest’anno sono cresciuti a 61.

La decisione riguarda solo i ricorrenti: tutti gli altri dovranno pagare per intero, pur essendo ancora in tempo per rivolgersi al Tar. “Il risparmio complessivo per ciascuna annualità è di circa 3.000.000 di euro – spiega il legale Luigi Quinto – con l’ulteriore possibilità per i Comuni interessati, all’esito della decisione della Corte Costituzionale, di ottenere il rimborso delle maggiori somme finora pagate a far data dal 2009, per un totale che si aggira intorno ai 10 milioni di euro”.

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