Cassa integrazione in calo a Lecce ma Giannetto, Uil, spiega: “Meno cassa integrazione, ma nessun nuovo posto di lavoro”

LECCE – Secondo il rapporto elaborato su dati INPS, dalla Uil-Servizio Politiche del Lavoro e della Formazione, in provincia di Lecce le ore di cassa integrazione, nei primi nove mesi di quest’anno, sono in calo del 29,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 3milioni 482mila401 contro 4milioni970mila487 ore. I lavoratori salentini in cassa integrazione da gennaio a settembre 2015 sono 2276.

Nel solo mese di settembre, alle aziende salentine sono state autorizzate 419.395 ore di cig, in calo del 62,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2014 (1milione 117mila871 ore). La contrazione ha interessato indistintamente le tre gestioni. Nel dettaglio, sono 126.593 le ore di cig ordinaria (-39,3), 289.230 quelle di cig straordinaria (-64,7) e 3.625 quelle di cig in deroga (-96).

Tutto questo però non basta a dire che si è in ripresa, il perché lo spiega il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto: “Da una prima lettura dei dati si potrebbe confidare in una ripresa, ma è bene osservare che, purtroppo, non vi è convergenza con i dati generali dell’occupazione nazionale, che proprio nel mese di settembre segnalano un arretramento in termini di persone occupate. Se la riduzione dell’utilizzo di questo ammortizzatore non è accompagnato dalla crescita dell’occupazione reale, potrebbe segnalarsi che il calo sia dovuto, anche, ad altri fattori: superamento dei mesi autorizzabili per Cigo e Cigs, radicale riduzione della Cassa in deroga per mancanza di risorse e per la limitazione a 5 mesi del periodo autorizzabile nell’anno. Nei prossimi mesi – ricorda il segretario – entrerà a pieno  regime il nuovo sistema di cassa Integrazione innovato dalla legge 183 (Jobs Act) con  la riduzione sostanziale della durata temporale e questo non può non preoccupare in un quadro economico che, pur con una leggerissima ripresina, non fa sperare in una rapida crescita e stabilità occupazionale. Anche per queste ragioni – conclude – esprimiamo un giudizio critico sulla legge di Stabilità, che non interviene in modo mirato e deciso per favorire una forte diminuzione delle tasse su lavoratori e pensionati, misure che incentiverebbero un rilancio forte dei consumi nel nostro Paese, che come noto è il fondamento su cui si poggia la gran parte del nostro sistema produttivo e occupazionale”. 

 

 

 

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