LECCE (di Mariella Costantini)- All’apparenza un casolare abbandonato alla periferia di Lecce, in via Labriola, una traversa di via Adriatica. In realtà un laboratorio per la coltivazione di marijuana, tecnologico e funzionale. Lo hanno scoperto gli agenti delle Volanti di Lecce guidati dalla dottoressa Eliana Martella durante i consueti giri di perlustrazione del territorio.
A gestirlo, secondo la polizia le due persone arrestate poco dopo: Oronzo Guido, 37 anni e Gabriele Metrangolo di 29 , leccesi. Appena fermati nei paraggi, martedì pomeriggio alle 15 30 , hanno raccontato di essere lì per raccogliere lumache.
Gli agenti li hanno osservati mentre uscivano dalla struttura chiudendo il cancello con un lucchetto per poi allontanarsi a bordo di un’auto. Il sospetto che dentro ci fosse qualcosa di strano è stato confermato dopo qualche minuto. Il tempo di fermare i due, controllarli, trovargli addosso qualche grammo di marijuana e un mazzo di chiavi con le quali sono riusciti ad entrare. Un tubo in funzione, dal quale proveniva un rumore continuo, arrivava da dentro e finiva nel giardino.
Aperta la porta la sorpresa: due stanze piene zeppe di alte piante di marijuana fatte crescere come se fossero in una serra: in tutto 208 dentro dei grandi vasi. Lampade alogene , sistema di ventilazione, delle reti per l’essiccazione, e poi un sistema elettrico e di irrigazione allacciato abusivamente alle abitazioni vicine, così come accertato dai tecnici Enel. Un laboratorio per la produzione, il confezionamento e poi lo spaccio della marijuana, un’attività più che fiorente alla quale i due arrestati si dichiarano estranei.
È stato sequestrato tutto e i due leccesi sono stati arrestati, per la marijuana, e per il furto di acqua ed energia.
