Cronaca

Contro la Xyella, si piantano centinaia di ulivi: è la “domenica della disobbedienza”

LECCE (di Tiziana Colluto) – Nuovi ulivi, nuovi alberelli, a centinaia, sfidando le multe che possono fioccare pesanti, da mille a tremila euro. Da una parte all’altra del Salento, viene ripiantato il segno della pace e di un passato intero, una sfida al divieto che questa storia prosegua. È la “domenica della disobbedienza”.
Dopo i blocchi stradali, dopo l’occupazione delle campagne per impedire gli abbattimenti, dopo l’amaro in bocca lasciato dalle parole del governatore Michele Emiliano dette sabato pomeriggio ai sindaci, c’è un popolo che si allarga, diventa sempre più nutrito. Ed è quello degli ulivi. Mattinata nei campi, dunque, con la pala e le nuove piante, acquistate da vivai di fuori provincia, poiché in quelli leccesi c’è il blocco totale delle vendite.

Nel pomeriggio, alle 16, il raduno presso il foro boario di Lecce, il carosello di auto con striscioni e rami d’ulivo per raggiungere le piazze della trincea eradicazione: Trepuzzi, Squinzano, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, per provare “a svegliare dal torpore paesi che dormono e non prendono come esempio Torchiarolo che sta dimostrando di amare realmente la propria terra e gli ulivi opponendosi fermamente ai tagli”, dicono gli organizzatori.

È un movimento spontaneo, alimentato dai social network ma anche dai ritrovi presidiati in questi mesi dagli attivisti. Incoscienza? No, è un rifiuto alle misure più estreme imposte dal Piano Silletti: finora ha trovato porte aperte solo al Tar Lazio. Niet totale dalla politica, in parte anche dai Comuni. È finita pure la luna di miele, durata una campagna elettorale, tra attivisti ed Emiliano.

Nelle scorse ore, di fronte ai sindaci del nord Salento, il presidente della Regione ha ribadito che “il batterio non può essere sconfitto o arrestato nella sua espansione se non attraverso l’abbattimento delle piante malate nonché di quelle che circondano le piante infette, secondo le direttive ricevute dall’Unione europea”.

Il cambio di passo annunciato prima dell’insediamento per il momento è un passo indietro. “Emiliano poi dice anche che la Regione spenderà soldi per la sperimentazione, per studiare la convivenza alberi-batterio… Ma se li abbatti come fai a sperimentare? – chiede Luigi Russo, presidente del Csv Salento – Cristos Xiloyannis (docente dell’Università della Basilicata e nome di punta dell’agricoltura sostenibile nel Mediterraneo, ndr) l’altra sera ripeteva a Veglie che il “piano non può che fallire”, perché ha basi scientifiche incerte e mai dimostrate, che l’eradicazione si è sempre dimostrata inutile, come è accaduto e accade con le batteriosi in giro per il mondo”.

Ma qualcosa si muove all’orizzonte e porta in grembo il ripensamento della storia e del paesaggio salentino: “Si è deciso – ha detto Emiliano – di chiedere al ministero dell’Agricoltura e al commissario Silletti di valutare di integrare la quota dei risarcimenti già fissata a 160 euro circa per pianta, anche con un’ulteriore quota di 38 euro finalizzata al temporaneo reimpianto di nuove specie coltivabili”. Che ulivi, di certo, non sono. E allora cosa?

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