LECCE – Quei trasferimenti di personale non avrebbero dovuto essere disposti, pertanto la Asl sarà costretta a fare marcia indietro e a revocare le disposizioni di servizio. Infatti, quella della direzione dell’azienda sanitaria è stata condotta antisindacale.
A dirlo è stata l’ordinanza emessa mercoledì dal Giudice del Lavoro di Lecce, Donatella De Giorgi. Il procedimento ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori era stato avviato dopo il ricorso promosso, tramite l’avvocato Anna Maria De Carlo, dalla Funzione Pubblica della Cgil, nella persona del segretario provinciale Simone Longo.
Nel mirino sono finiti i provvedimenti adottati il 9 gennaio scorso, relativi al trasferimento di alcuni Collaboratori Professionali Sanitari verso diverse strutture, dipartimenti e distretti socio-sanitari sulla base delle domande da loro stessi presentate, ma prescindendo dalle graduatorie stilate e senza fornire alcuna informazione sul punto alle organizzazioni sindacali.
Ora, l’ordine del dietrofront. “Auspico che d’ora in avanti la Direzione Generale della Asl di Lecce instauri un dialogo assiduo e proficuo con le parti sociali – dice Longo – evitando forzature e decisioni unilaterali”. È questo un punto centrale dell’ordinanza, in cui è testualmente scritto che “l’informazione resta, anche nell’attuale sistema normativo del Pubblico Impiego, uno dei cardini della libertà sindacale e della funzione, propria dei sindacati, di raccordo tra Amministrazioni e dipendenti, apparendo evidente che la conoscenza dei fatti attinenti alla gestione dei rapporti di lavoro costituisce il presupposto logico essenziale per il riscontro dell’imparzialità, intesa come trasparenza e correttezza, e dell’efficacia delle determinazioni del datore di lavoro pubblico e per la conseguente interlocuzione necessaria ad evitare o risolvere relazioni lavorative conflittuali”.