Politica

Lecce, la strana corsa al post Perrone. Tra neo ed ex “primariani” scattano le auto candidature

LECCE-  Nel 2012 l’attuale Sindaco, ed il PdL, mal volevano le consultazioni per confermare o meno l’uscente Perrone, poi si accettarono e fu il viatico per la vittoria che lo condusse al secondo mandato. La storia delle Primarie in Italia ha spesso aperto non poche polemiche sia sul valore reale di coloro che le hanno vinte, rispetto agli sfidanti, sia anche sulle regole ed i mezzi utilizzati non ultimo il caso Lecce con relative intercettazioni. Da mesi si parla di potenziali successori al decennio Perrone e neo candidati pronti alla scalata. Se il nome da tutti evocato, pur se ormai “romano” sarebbe quello del deputato Roberto Marti, non meno affaccendati alla “candidabilità” molti Perrone boys.

Infatti lavorano per questo obiettivo l’assessore al bilancio Attilio Monosi, quello ai lavori Pubblici Gaetano Messuti, l’ex esponente di centrosinistra ma da anni ormai dalla parte del centrodestra Danilo Montinaro ed altri della Corte. Ma la situazione politica è ben diversa rispetto a tre anni fa per forza elettorale e compattezza dei vari partiti.

Se Perrone ha scelto di non far confluire le sue tre liste civiche, in multi proprietà con Fitto e Marti, in un unico gruppo ha un significato immediato e forse anche futuro. L’immediato è legato all’ipotesi di rimpasto, in tal modo dovrà garantire non uno ma più partiti tentando di arginare Forza Italia anche se questa non sarebbe per nulla interessata ad entrare nell’esecutivo se non in seguito ad un accordo con i Conservatori e Riformisti, da Foggia a Leuca e l’altra motivazione, per cui non ha dato il via libera all’unico raggruppamento a Palazzo Carafa, scaturirebbe dal futuro assetto del centro destra e relative scelte di alleanza. Meglio più partiti, per il noto gioco delle parti che un unico che fronteggi la forza berlusconiana e le stesse rivalità , ed ambizioni, all’interno degli stessi fittiani. Per cui tutti liberi di coltivare speranze ma queste potrebbero facilmente svanire e per non entrare nel gioco dello schieramento personale, dribblare i suoi stessi scalpitanti uomini lancia le primarie e fa inalberare Forza Italia ma tacita Messuti, Monosi, Montinaro e quanti pensano, e penseranno, di essere candidati in pectore.

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