LECCE- Un terzo delle badanti, colf e baby sitter italiane rischia di rimanere senza alcun sussidio in caso di disoccupazione. Si tratta di 300 mila lavoratori e lavoratrici domestiche (su 898mila totali) che lavorano meno di 24 ore settimanali, per i quali non vi sarà, in caso di perdita di lavoro, il “paracadute sociale” rappresentato dalla NASPI a differenza di quanto avveniva in passato con l’ASPI.
A beffarli è una circolare emanata dall’Inps alla fine di luglio, nella quale si specifica che l’ulteriore requisito per aver diritto alla NASPI (30 giornate lavorate nell’ultimo anno), viene interpretato, per gli addetti del lavoro domestico, con una attività lavorativa di 5 settimane di almeno 24 ore lavorative.
“Anche a Lecce e Provincia – dice il segretario generale della Uil di Lecce Salvatore Giannetto – sono migliaia le badanti, baby sitter e collaboratrici domestiche che ora rischiano di rimanere all’asciutto”
Il Servizio Politiche Territoriali della Uil ha calcolato che una colf di 33 anni, stipendio di 680 euro, 20 ore settimanali lavorate negli ultimi tre anni, fino al primo maggio scorso avrebbe avuto diritto a 483 euro mensili di Aspi per 10 mesi , più la copertura previdenziale per aver diritto alla pensione, più eventuali assegni al nucleo familiare. Ora, con la Naspi, nulla.