Politica

Fittiani divisi in famiglia: sì ai Conservatori e Riformisti ma nei rispettivi gruppi d’origine

LECCE- Approdano ufficialmente a Palazzo Carafa i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, e la geografia dei gruppi è un primo passo per delineare i posizionamenti in vista delle trattative che verranno. Intanto però c’è da registrare che il nuovo raggruppamento formalmente non assorbe, per così dire,”La Puglia prima di tutto” e le civiche che sostennero Perrone alle amministrative del 2012. Lo ha chiarito lo stesso sindaco di Lecce in conferenza stampa, accanto al numero uno di Palazzo dei Celestini Antonio Gabellone, sottolineando che la lista arancione dell’ex ministro, “Lecce Città del Mondo” e “Grande Lecce” manterranno la loro autonomia in Consiglio.

Una domanda in relazione a questo assetto sorge spontanea: Si può parlare di progetto unitario, e di adesione complessiva all’iniziativa politica fittiana, e nello stesso tempo mantenere in piedi gruppi e simboli diversi? Non ci sono troppi distinguo, con il rischio di prestare il fianco al sospetto che più targhe servano soltanto ad avere più potere contrattuale nella riarticolazione degli assessorati in proiezione trattativa con i forzisti rimasti con Berlusconi?”.

Nel dettaglio della composizione, al gruppo dei Conservatori e Riformisti aderiscono Gianni Garrisi (che assume il ruolo di capogruppo), e ancora Massimo Alfarano, Fiorino Greco, Angelo Tondo e Damiano D’Autilia. Espressioni in giunta sono Attilio Monosi, Gaetano Messuti, Luigi Coclite, Severo Martini e il vicesindaco Carmen Tessitore.  Restano ufficialmente con l’ex Cavaliere, invece, sotto il simbolo di Forza Italia, il coordinatore provinciale Paride Mazzotta, Nunzia Brandi, Giuseppe Ripa e Giampaolo Scorrano.

Sulle ragioni politiche che hanno spinto Perrone, il presidente della Provincia Gabellone, assessori e consiglieri a scegliere il leone blu lanciato da Raffaele Fitto, il primo cittadino evidenzia che l’iniziativa del già ministro agli Affari Regionali punta a valorizzare i princìpi fondanti di Forza Italia delle origini, che condensa nel trittico “merito, consenso e appartenenza”, in una parola a rivendicare primarie sempre, uno dei motivi di maggiore attrito tra l’esponente salentino e l’ex premier.

Con l’ulteriore precisazione: “No al governo Renzi – ha rimarcato Perrone -, no al Patto del Nazareno che fu e al rapporto a intermittenza col premier”. La sfida, se l’Italicum resterà così come è, è verificare se fittiani e berlusconiani – da Palazzo Carafa a Roma – riusciranno a costruire le condizioni per essere tutti sotto lo stesso ombrello: il premio di maggioranza, oggi attribuito alla lista e non alla coalizione, lo impone.

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