
LECCE- Lecce come Venezia: stessi soldi ma senza tempo pieno. E’ la terza città della Puglia in cui si pagano le rette più costose, comunque sotto la media nazionale di 311 euro. A fronte, tuttavia, di un servizio solo ad orario ridotto. Continua a zoppicare il servizio degli asili nido. A fornire i dettagli, alla vigilia dell’apertura fissata per il 9 settembre, è l’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ogni anno fornisce un quadro nazionale delle spese sostenute dalle famiglie in merito ai servizi pubblici locali (asili nido, acqua, rifiuti, trasporti pubblici).
Focus, dunque, sulle rette applicate al servizio di asilo nido comunale, considerando una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200 euro e relativo Isee di 19.900 euro, con dati elaborati a partire da fonti ufficiali (amministrazioni comunali) relativi a tutti i capoluoghi di provincia e agli anni scolastici 2014/2015 e 2013/14.
Cosa emerge? In media, a Lecce, al di là delle agevolazioni per i nuclei più disagiati, si paga una retta mensile di 206 euro, rimasta identica rispetto allo scorso anno. Meno che a Taranto (252 euro) e a Foggia (261 euro), ma più di Brindisi (200 euro) e Bari (199). Più o meno come Venezia, si diceva, dove però, con 209 euro al mese, si garantisce il servizio a tempo pieno per almeno 9 ore al giorno.Quello barocco, invece, è nella lista nera del 13 per cento dei capoluoghi italiani, quasi tutti meridionali, in cui il full time è ancora una chimera.
Infatti, come emerge dall’ultimo bando di iscrizione, i due nidi a gestione diretta del Comune, “Il Cerbiatto” e “Il piccolo principe”, sono attivi per poco meno di 7 ore al giorno, solo dal lunedì al venerdì. Le due strutture pubbliche a gestione esternalizzata, “Nicholas Green” e “Ilaria Alpi”, hanno orario di 7 ore e mezzo al giorno per cinque giorni e sono aperti anche il sabato per sei ore. Tutti chiusi, invece, nel pomeriggio.
Quattro nidi pubblici, in tutto, dunque. Per un totale, quest’anno, di 120 posti per nuove iscrizioni, divisi per le diverse sezioni di piccoli, medi e grandi. Poche, pochissime, le disponibilità: solo a Brindisi sono più del doppio, pari a 257 posti, per non parlare di Taranto (384) e Bari (360).
Dove vanno i bimbi che restano fuori? Nelle strutture private, sette in totale in città. Per chi se lo può permettere. Altrimenti con i nonni. Per chi li ha. Altrimenti, le mamme devono dire addio al lavoro e restare a casa.
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