Cronaca

5 per mille per Mohamed: la Regione lo destina ai funerali del bracciante morto a Nardò

BARI/NARDO’- La Regione Puglia istituisce il “Fondo regionale derivante dal versamento del 5 per mille” e come primo atto decide di cofinanziare i funerali di Mohamed Abdullah, il bracciante morto d’infarto mentre raccoglieva pomodori nelle campagne di Nardò, a luglio.
Un gesto importante, altamente simbolico, per dare un senso sociale alla destinazione dei fondi ricevuti tramite le donazioni Irpef. Ancora pochi, in realtà, i soldi raccolti da quando, con una legge del 31 dicembre 2010, è stato istituito apposito capitolo nel bilancio regionale. In quel momento, venne iscritta solo la somma di 12.368 euro relativa al 2007, a cui si è aggiunta quella di 9.368 euro del 2008. Il 26 maggio scorso, in seguito ad un conteggio corretto, si è provveduto ad approvare la variazione al Bilancio di previsione, per un importo complessivo di 20.837 euro già introitati.

Che farne? Via Capruzzi ha deciso innanzitutto di dare una mano al Comune di Nardò: a suo favore 7mila euro come quota di cofinanziamento per coprire i costi sostenuti dall’ente, in totale 11mila euro, dopo la morte del bracciante sudanese. Si è fatto carico Palazzo Personè della cerimonia funebre, compreso il trasporto della salma in Sicilia e la sua sepoltura, nonché l’accoglienza alla moglie e alla figlia del lavoratore nei giorni in cui è stato necessario il loro arrivo nel Salento, fino al rilascio del corpo in seguito all’autopsia.

Una situazione di emergenza dopo la morte del lavoratore stagionale vittima di caporalato, la piaga che la Puglia ha riscoperto quest’estate in maniera ancora più violenta.

Il 24 luglio, la situazione del lavoro nero e dello sfruttamento della manodopera immigrata sui campi neretini è stata al centro del vertice convocato presso l’assessorato regionale al Welfare, alla presenza, tra gli altri, del responsabile dell’Ufficio Immigrazione, del Sindaco del Comune di Nardò, delle referenti di Caritas Italiana in loco.

È lì che è emersa la volontà di compartecipare alle spese, con un intervento di carattere umanitario, nella misura massima del 65 per cento del costo straordinario da sostenere e fino, appunto, a 7mila euro per evento e per ente locale richiedente.

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