GALLIPOLI-Ha rassegnato le dimissioni nel primo pomeriggio. Francesco Errico non è più il sindaco di Gallipoli. Il web che gli urla “vergogna”, una famiglia distrutta dal dolore che probabilmente prenderà provvedimenti legali, l’editoriale del direttore di TeleRama Giuseppe Vernaleone, che lo invita a dimettersi. Perché frase più “infelice” il sindaco di Gallipoli non poteva trovare per esprimersi su twitter dopo la morte di Lorenzo, deceduto all’improvviso, per un malore accusato dopo una notte in discoteca :”Se non sai educare, non procreare”. “La morte di un diciottenne non può esser usata dalla politica per fare la morale su educazione e procreazione -ha scritto il direttore- Senta a me: si dimetta e recuperi l’onore perso in una inutile corsa su Twitter che, purtroppo, non ridarà la vita al giovane Lorenzo e la serenità a chi lo ha procreato, cresciuto ed ora perso”. Perché nessuno sa di cosa sia morto, lo chiariranno l’autopsia e le indagini. Ma, qualunque sia la causa del decesso, parliamo di un giovane cuore che ha smesso di battere e di una vita spezzata; del dolore inconsolabile di una famiglia davanti al quale nessuno può ergersi a giudice.
Dopo l’editoriale, il sindaco di Gallipoli ha cortesemente cercato il direttore per chiarire il suo tweet ed il direttore ha proposto al primo cittadino di rispondere nell’approfondimento. Lui ha voluto tentare di chiarire che quello che ha scritto è stata una reazione “di pancia” e che si è trattato di un fraintendimento: che lui ce l’aveva con la società, non con la famiglia del ragazzo.
Ma la società con la quale se la prende, non è rappresentata in primis dalle istituzioni? -gli ha chiesto Daniela Panzera, che conduceva l’approfondimento-.Rispetto a quello che ha scritto fa un passo indietro, ma nel senso che si scusa. Inizialmente non ha parlato di dimissioni. Poi nel primo pomeriggio di oggi la notizia: Errico non è più il sindaco di Gallipoli, un provvedimento che l’ormai ex Primo Cittadino aveva congelato per un paio di giorni dopo la richiesta avanzata da alcuni gruppi politici di maggioranza.
