LECCE- Da questa mattina non hanno più un tetto su cui contare. Italo e la sua compagna sono tornati in mezzo a una strada in attesa che l’amministrazione provveda a dargli una sistemazione. Questa mattina si sono accampati in piazza Sant’Oronzo con valigie, sedie sdraio e tende.
Don Attilio Mesagne, che in questi giorni ha provveduto a dar loro un alloggio temporaneo presso un monolocale della Casa Emmaus, ha contattato l’assessore al bilancio Attilio Monosi, che a sua volta gli ha assicurato che presenterà in consiglio una delibera per poter dare ai coniugi una stanza in qualche struttura ricettiva o monolocale. Per ora quindi Italo e moglie possono solo contare su un pasto a pranzo e a cena presso la mensa della parrocchia. Don Attilio Mesagne ha a cuore il loro problema, cerca di stargli vicino, ma purtroppo con i lavori in corso presso la struttura della Casa della Carità non può continuare a garantirgli un alloggio. Adesso tocca all’amministrazione comunale aiutarli. Ma quando?
Purtroppo a Lecce non c’è solo il loro caso che preoccupa. C’è anche quello della signora Laura Critelli, di 63 anni che fra qualche giorni rischia di essere sfrattata.
Una vita, la sua, fatta di diversi problemi: un figlio morto a soli 12 anni a seguito di un intervento di trapianto del rene,il trasferimento a Lecce negli anni ’80, lavori saltuari e non pagati, numerosi sfratti e crescenti tensioni familiari che hanno anche portato alla fine del matrimonio. Tante le domande di assegnazioni di un alloggio popolare presentate dalla signora che, per un motivo o per un altro, non sono ancora andate a buon fine. E ora, il prossimo 8 agosto rischia di finire in mezzo a una strada.
“Continuiamo a scrivere alle istituzioni locali, a lanciare appelli che cadono nel vuoto – dichiara l’avv. Stefano Gallotta, segretario di Codici Lecce, associazione particolarmente impegnata nella tutela dei cittadini più indifesi ed emarginati – Ma cosa aspettano al Comune di Lecce, i gesti estremi per poter esprimere il proprio cordoglio?I cittadini in queste situazioni disperate hanno bisogno solo di una cosa: di sentire che le istituzioni sono concretamente presenti, senza accampare patetiche scusanti”.