Cronaca

Monteroni dice no al ghetto in via Don Minzoni. Il vice prefetto rassicura

MONTERONI- Bauman ha avvertito, nella sua visita leccese, che nei prossimi anni un miliardo di migranti busseranno alle porte dei paesi occidentali: la maggior parte di loro scappa dalla miseria e dalle guerre. Gli sbarchi aumentano e il Salento, come sempre, risponde con l’accoglienza. Ma naturalmente c’è accoglienza e accoglienza.

Negli ultimi giorni alcuni cittadini di Monteroni hanno lanciato l’allarme e hanno perfino costituito un comitato per chiedere chiarezza sull’arrivo di un centinaio di immigrati che dovrebbero essere ospitati tutti nello stesso complesso di via Don Minzoni, con il rischio di creare un vero e proprio ghetto. La società cooperativa Senis Hospes con sede legale in provincia di Potenza, potrebbe ospitare 200 migranti, secondo quando emerge dal bando di gara: un massimo di 100 a Monteroni e 100 in una struttura sulla Lecce-Squinzano.

La nuova gara che ha fatto la Prefettura di Lecce per circa 600 posti in tutta la Provincia di Lecce è stata vinta da 7 associazioni e cooperative. La gestione degli immigrati nella città di Monteroni fino ad oggi è andata bene, perché si è lavorato con piccoli numeri, che sono stati smistati in appartamenti e seguiti in un percorso di integrazione. Si tratta, però, di progetti non emergenziali.

La Coop Rinascita, ad esempio, gestisce alcune case a Monteroni: in via Mogadiscio ospita 3 persone, cinque su corso Umberto I e sei in via Spacciante. Piccoli numeri che rendono facile la gestione e l’integrazione. Adesso la questione è che l’emergenza potrebbe spingere il governo a riempire con grandi numeri delle strutture, facendo diventare improbabile un’integrazione vera. A Monteroni è nato un comitato contro la scelta di ospitare un grande numero di immigrati e maggioranza e opposizione vogliono vederci chiaro: presto se ne discuterà in Consiglio Comunale.

“Non li manderemo tutti e 100 là – rassicura il vice prefetto Guido Aprea – Bisogna anche verificare le concessioni delle strutture di Monteroni. Gli appartamenti secondo gli atti di gara sono agibili, ma dobbiamo verificare. L’aggiudicazione è provvisoria: è ancora tutto da verificare”. I richiedenti asilo non devono essere ghettizzati tutti in un punto, ma è necessario favorire l’integrazione lungo tutto il territorio: su questo concesso maggioranza e opposizione di Monteroni hanno trovato la quadra. Ecco perché le notizia circolate in questi giorni hanno scatenato un allarme: ritrovarsi un ghetto di 100 persone in un paese può scatenare non pochi problemi. In via don Minzoni è stata già predisposta la struttura con tavoli e mensa (che bisogna capire a chi verrà affidata).

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